Ex province, Roma boccia Palermo. Forse non si vota

redazione

Ex province, Roma boccia Palermo. Forse non si vota

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venerdì 31 Gennaio 2025 - 06:45

Neppure le più riuscite sceneggiate riuscirebbero a rappresentare quello che sta accadendo intorno alle elezioni (?) provinciali in Sicilia. Da Roma arriva un ulteriore stop alle elezioni dirette delle province in Sicilia. L’emendamento per l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali, perfezionato dal governo nazionale d’intesa con il governatore Renato Schifani, è stato stoppato a Roma. Le nove province siciliane dovranno andare al voto con elezioni di secondo livello come accaduto in tutto il Paese dopo la riforma introdotta dalla legge Del Rio che avrebbe come elettorato attivo e passivo soltanto i sindaci e i consiglieri comunali delle varie province.

A proposito di primi cittadini anche loro con insistenza chiedono un intervento affinché gli enti intermedi cessino l’era dei commissariamenti. Anthony Barbagallo del Partito Democratico, che è pure deputato alla Camera, ha aggiunto: “Questo è un gioco sfiancante sulla pelle dei siciliani, una vera presa in giro. Il centrodestra continua a promettere l’elezione diretta ma poi lo stesso centrodestra a Roma, prima impugna il testo davanti la Corte Costituzionale e poi, tramite la presidenza della commissione Bilancio alla Camera, dichiara inammissibili gli emendamenti proposti dopo un accordo interno tra i partiti di maggioranza che è la stessa a Roma come a Palermo. Ora basta, Schifani – conclude – ne prenda atto e indica immediatamente le elezioni di secondo grado”. La proposta modificativa che prevedeva in Sicilia il ritorno al voto con la chiamata alle urne dei cittadini, contenuta nel “decreto emergenze”, è stata dunque dichiarata inammissibile.

Vogliamo riportare i nomi dei deputati che hanno presentato l’emendamento e che se lo sono visti bocciare dai loro colleghi di maggioranza: Anastasio Carrà, Valeria Sudano, Nino Minardo (Lega); Lorenzo Cesa (UdC); Tommaso Calderone, Roberto Pella (Forza Italia); Francesco Gallo (Sud chiama Nord); Saverio Romano (Noi Moderati), Carolina Varchi (Fratelli d’Italia), i quali comunque hanno manifestato la volontà di presentare un ricorso interno. In pratica questo significa che se verrà accolto il testo proseguirà il suo iter. Il tempo non depone a favore dell’elezione diretta, tutto dovrebbe essere approvato entro il termine massimo di 30 giorni, quindi indizione dei comizi ed elezioni in primavera. I deputati e quello che rimane dei partiti in Sicilia si stanno però già organizzando per le elezioni di secondo livello, comprendendo che non ci sono né tempi né volontà per tornare alle elezioni dirette.

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