Da alcuni giorni nel mondo politico siciliano si parla insistentemente della possibilità che le prossime elezioni per il rinnovo dell’Ars potrebbero essere anticipate. Anche il presidente Schifani, nel corso di un recente confronto con la maggioranza, avrebbe fatto riferimento a tele eventualità. La scadenza naturale sarebbe fissata per l’autunno del 2027, ma l’orientamento sarebbe di anticiparle in primavera, determinando così con 4/5 mesi di anticipo la conclusione del mandato in corso. Allo stato attuale, in seno al centrodestra, le forze della coalizione sembrano orientate a confermare il proprio sostegno a Renato Schifani per un eventuale secondo mandato. Ma è pur vero che l’ex presidente del Senato ha, attualmente, 74 anni e nel maggio del 2027 ne compirebbe 77. Per cui il tema di un’eventuale successione non sarebbe da considerare un’eresia. Sullo sfondo, all’interno di Forza Italia, c’è poi la figura di Edy Tamajo, che alle ultime europee è stato il candidato più votato nell’isola. Pubblicamente ha detto che Schifani potrebbe contare sul suo sostegno anche per un bis, ma la scelta di rinunciare al seggio che gli spettava a Bruxelles è sembrata dettata proprio dalla volontà di consolidare i propri consensi nell’isola in vista delle prossime regionali, in cui vorrebbe ritagliarsi un ruolo di primo piano. Molto, comunque, dipenderà dalle vicende nazionali e dalla tenuta della coalizione che sostiene il governo Meloni.
Sul fronte opposto, il Pd siciliano sta vivendo, ancora una volta, giornate complicate. L’assemblea di sabato si è conclusa con un nulla di fatto, rendendo necessaria una nuova convocazione per la prossima settimana. La stagione congressuale in programma in questo inizio di 2025 dovrebbe ridisegnare i vertici del partito per capire se prenderà forma un partito più vicino all’identità che vorrebbe Elly Schlein o se si cercherà una soluzione di compromesso come in passato. A quel punto, arriverà il tempo delle decisioni sulle alleanze. Dopo la sconfitta del 2022, le forze d’opposizione si sono ritrovate spesso a portare avanti battaglie congiunte contro il governo Schifani. Ma ipotizzare tra poco più di due anni un campo larghissimo, con AVS, M5S, Italia Viva, Azione e Sud Chiama Nord sembra un azzardo. Le scelte dei pentastellati, come di Matteo Renzi e Cateno De Luca appaiono spesso imprevedibili. E il sindaco di Taormina, con un candidato diverso da Schifani, potrebbe anche tornare nella casa madre del centrodestra.