Nel corso dell’ultimo anno, sono stati compiuti significativi passi avanti nella realizzazione delle nuove strutture sanitarie in Provincia di Trapani, un progetto ambizioso che ha l’obiettivo di potenziare la sanità pubblica territoriale, grazie agli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Piano Nazionale degli Investimenti Complementari. A questo proposito, l’allora commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Vincenzo Spera, aveva convocato una conferenza stampa per aggiornare la cittadinanza sui progressi del piano, che prevede la costruzione di 13 case della comunità, 4 centrali operative territoriali e 3 ospedali di comunità, oltre ad altri importanti interventi, come l’acquisto di macchinari sanitari di ultima generazione, tra cui due TAC e cinque mammografi.
Le nuove strutture: un cambiamento nell’assistenza territoriale
Il progetto rappresenta una vera e propria rivoluzione nel sistema sanitario provinciale, spostando l’attenzione dalla centralizzazione ospedaliera alla valorizzazione dei servizi territoriali, con l’obiettivo di alleviare la pressione sugli ospedali tradizionali e rispondere meglio ai bisogni della popolazione. Le case della comunità sono strutture che non devono essere confuse con gli ospedali: sono dotate di venti posti letto e si concentrano sull’assistenza infermieristica e la gestione di pazienti a bassa intensità, con l’obiettivo di decongestionare gli ospedali. Le centrali operative territoriali, invece, hanno il compito di seguire i pazienti a livello territoriale, monitorando il loro stato di salute e interagendo con i medici curanti per prevenire ricoveri impropri. Le 13 case della comunità saranno distribuite strategicamente in tutta la provincia di Trapani; per quanto riguarda gli ospedali di comunità, oltre a quelli di Trapani, Marsala e Salemi, il progetto prevede la costruzione di nuove strutture, ma anche l’adattamento di spazi già esistenti, come nel caso di Marsala, dove l’ospedale di comunità si inserisce nel quadro di ristrutturazione dell’ospedale cittadino.
Le centrali operative saranno situate a Trapani, Mazara del Vallo, Alcamo e Marsala, mentre gli ospedali di comunità sorgeranno a Trapani (con una nuova costruzione in una zona periferica dell’area di proprietà dell’ASP), Marsala e Salemi. Quest’ultimo prevede un progetto di riorganizzazione all’interno dell’ospedale esistente di Marsala, mentre a Salemi l’ospedale di comunità sarà realizzato in una nuova struttura. Per garantire una copertura sanitaria anche nelle isole minori, verrà inoltre realizzata una foresteria a Pantelleria, dove sarà ospitato il personale sanitario viaggiante.
Se da un lato i progetti per la realizzazione delle nuove strutture sanitarie in Provincia di Trapani rappresentano un passo fondamentale verso un miglioramento dell’assistenza territoriale, dall’altro è necessario fare un bilancio critico sullo stato attuale dei lavori e sulle sfide legate alla loro realizzazione.
I lavori sono partiti?
A distanza di un anno da quella conferenza stampa, dove furono delineati i dettagli delle nuove infrastrutture sanitarie, la domanda che molti si pongono è: i lavori sono effettivamente iniziati? La risposta sembra essere parzialmente positiva, ma con riserve. Alcuni interventi, come la ristrutturazione delle strutture esistenti (ad esempio, l’ex ufficio di igiene mentale a Marsala), sono in fase di progettazione o di avvio, mentre altre aree, come quelle destinate alle case della comunità (ad esempio a Trapani e Alcamo), sono ancora nelle fasi preliminari di esproprio e pianificazione. La realizzazione di ospedali di comunità, così come la costruzione delle nuove centrali operative, sembra essere più lontana, con lavori che non sono ancora partiti su larga scala. In generale, la tempistica inizialmente prevista indicava una scadenza per l’inizio delle opere entro il 2026. Tuttavia, si spera che siano stati rispettati i tempi programmati per l’inizio effettivo dei lavori in molte località. A ciò si aggiungono le difficoltà burocratiche, come i processi di esproprio, e i ritardi nella demolizione e ricostruzione di edifici esistenti, che potrebbero ulteriormente compromettere le tempistiche.
La vera sfida sarà dunque quella di mantenere gli impegni nei confronti dei cittadini, garantendo che il miglioramento delle strutture sanitarie non resti solo un progetto sulla carta. Le promesse di investimenti e modernizzazione, sebbene lodevoli, devono essere accompagnate da un rigoroso monitoraggio dei lavori e da un’efficace gestione amministrativa. Senza un impegno costante per superare gli ostacoli burocratici e garantire la coerenza nella realizzazione, potrebbe essere difficile rispettare la scadenza del 2026, rischiando di deludere le aspettative della comunità e di compromettere la fiducia nei confronti delle istituzioni.