Gentile direttore,
ho letto la vostra intervista al proprietario del Trapani Calcio e del Trapani Shark, Valerio Antonini, e con rammarico ho notato che sono state rivolte, ancora una volta, parole offensive nei nostri confronti, cioè miei, di Tp24, la testata che dirigo, e della categoria dei giornalisti (e questo vi dovrebbe stare, credo, a cuore …).
Quando il signor Antonini, parlando di Marsala, cita ” alcuni giornalai del territorio”, verso i quali prova “disprezzo totale” si riferisce a noi di Tp24. Non c’è bisogno di cercare molto in giro, giornalisti da offendere oltre a noi non ce ne sono. La nostra “colpa” è quella di aver fatto un’inchiesta, mesi fa, nella quale abbiamo raccontato la storia di Antonini, e di non essere, più in generale, una stampa “prona” ai suoi desideri e capricci. Insomma, ancora una volta, il racconto laico e critico delle cose, che è il ruolo della stampa, al potente di turno dà fastidio.
Non dico niente di nuovo, lo so. Faccio il giornalista da 25 anni e sono abituato: insulti, minacce, striscioni allo stadio. Non manca nulla. Mi rammarica però che il suo giornale ospiti un attacco ad un altro giornale senza sollevare alcuna obiezione critica.
Perché il problema non è Antonini (gli insulti qualificano chi li fa, e l’eleganza, come il buon uso dell’italiano, è una delle poche cose che non si possono comprare), il problema è non capire che prestare il fianco a queste illazioni e offese significa mortificare la già malmessa stampa locale, tutta.
Un’ultima cosa. Sono abituato a chi ci definisce “nemici della nostra terra”. E’ la condanna che sconti quando decidi di fare questo mestiere, e farlo in un certo modo, nella terra in cui vivi. Anche Antonini (che è tutto, tranne che originale …) nella sua intervista, ci incolpa del “mancato sviluppo” del territorio. Perché, dice: “questi personaggi che con il loro raccontare sempre e solo di quanto il territorio fosse pericoloso hanno di fatto allontanato per decenni chiunque volesse avvicinarsi per investire e cercare di migliorare la qualità di vita dell’intera provincia trapanese”. Anche questa, un’accusa vecchia come il mondo. La colpa non è di chi compie il misfatto, ma di chi lo racconta. Non è la mafia, non è la politica incapace e corrotta, ad ostacolare il nostro sviluppo, ma il giornalista, il vero nemico del popolo. Lo dicevano a Peppino Impastato, lo dicevano a Mauro Rostagno. Lo dicono ancora oggi. Qualcuno glielo fa dire.
Giacomo Di Girolamo, Tp24
Gentile Direttore di Tp24, Giacomo Di Girolamo,
ci spiace leggere le sue parole di rammarico per l’intervista realizzata dalla nostra testata al Presidente Antonini. Ci spiace sapere che siamo ancora qui a sottolineare come si dovrebbe fare questo mestiere -e della triste differenza tra giornalisti e giornalai- come se tutti dovessimo avere una medesima condotta nel rispetto delle logiche deontologiche. La ringraziamo per le note sulla stampa libera, ma preferiamo restare lontani da criteri legati a “chi è stato vicino a chi” negli anni e in quale modo.
Più volte siamo stati citati, anche dalla sua testata, in maniera fuorviante e non solo non siamo stati difesi da nessuno, ma abbiamo dovuto raccogliere le briciole di insinuazioni spesso fuori luogo. Sulle nostre testate sono state pubblicate tutte le vicende, a nostro avviso gravi, che la riguardano, come lo striscione allo stadio di Trapani che ancora condanniamo. Sempre sulle nostre testate abbiamo pubblicato anche le varie contestazioni, multe e daspo che hanno riguardato Valerio Antonini. Concludiamo ricordandole, a proposito di libertà di stampa, che questa redazione quando lei venne querelato dall’allora Sindaco della città, nel lontano 2013, ha chiesto in un consiglio comunale aperto il ritiro immediato della querela, che ritenevamo, quella sì, lesiva della libertà di chi esercita il nostro mestiere.
Con l’auspicio che questo scambio possa essere un sereno momento di confronto, le auguriamo buon lavoro.
Gaspare De Blasi