“Marsala è una città invivibile”. Sì, forse stiamo esagerando, ma è la frase che più spesso ascoltiamo in giro per la città. Di certo, tramonti a parte e buon cibo a parte (un pò troppo caro), le strade marsalesi sono caotiche e il traffico è in tilt per qualsivoglia motivo, vuoi per lavori, per l’inizio della scuola, per un tombino che salta o per pioggia abbondante, insomma, guidare nel centro urbano della Città è diventato stressante. Roba da raccogliere dati Istat o farci un report de Il Sole 24 Ore del tipo “Cosa ti rende stressante?”.
Adesso ci sono anche i lavori al Lungomare, poi l’erosione costiera, per di più la pista ciclabile. Un progetto – quello delle corsie o piste ciclabili – che rientra tra quelli sostenibili, ad impatto ambientale, perchè usi di più i mezzi elettrici e abbandoni quelli inquinanti a motore. Di contro una scia di polemiche che, per il vero, non riguardano solo Capo Boeo. Anni fa la pista ciclabile rosso fuoco che attraversava Erice e Trapani finì per essere ‘zimbello’ delle pagine d’informazione ed oggi una nuova ‘colata’ sta macchiando strade e marciapiedi del capoluogo di Provincia. I malumori tra i cittadini serpeggiano ma… tant’è. Per non parlare nella vicina Mazara, che ha reso la carreggiata troppo stretta con il rischio per le auto e per i camion che transitano di non poter neppure svoltare. Come dargli torto visto che a Marsala, all’altezza dell’Aci nella zona del Porticciolo, si rischia un frontale! C’è chi ha forato più di due gomme nell’impatto con il cordolo della pista per cercare di evitare lo scontro con i mezzi provenienti dall’altro senso di marcia. Per non parlare del colore sbiadito nel giro di meno di 48 ore.
Non possiamo tralasciare nemmeno i lunghi dibattiti creati dalla pista ciclopedonale che ha reso lo Stagnone a unico senso di marcia con vari problemi legati alla viabilità e alle ‘vie di fuga’ dalla Riserva. Una pista, peraltro, sempre più rovinata e poco curata. Perchè le piste ciclabili devono essere rosse (o blu, come quella mazarese)? Si dice per aumentarne la visibilità e innalzarne dunque la sicurezza di pedoni e mezzi a due ruote. Fatto sta che in molte città italiane ed estere – per citarne alcune, Torino, Faenza o Bordeaux – le ciclabili non sono rosse (o blu) le carreggiate non sono così strette, i pedoni e i ciclisti non sono così in pericolo. Basta viaggiare un pò e guardare oltre il nostro naso per accorgerci che ci sono architetture e piani urbanistici di buon senso, che non deturpano il decoro di una Città e che la rendono migliore. E’ possibile che non conosciamo altre vie?