Nelle scorse ore è stato diffuso un comunicato dell’ANPI di Pantelleria – sostenuto dal gruppo Pantelleria 2050 e dal PD – secondo cui l’Amministrazione comunale avrebbe censurato quello che viene ritenuto l’inno della Resistenza italiana, ossia la canzone “Bella Ciao”. Dal Comune però fanno sapere: “Siamo profondamente preoccupati e sconcertati dal modo in cui vengono raccontati i fatti legati ad alcune decisioni dell’Amministrazione comunale, che, in merito al 25 aprile già da qualche giorno aveva stabilito uno specifico cerimoniale. Auspichiamo di poter ampliare la copertura mediatica anche su tematiche di rilevanza per la comunità isolana, al fine di garantire una maggiore consapevolezza e informazione su questioni cruciali”.
“In merito a quanto affermato nel comunicato, con forza ribattiamo che i valori legati alla Resistenza
e alla Democrazia sono totalmente condivisi da questa Amministrazione che non ha sicuramente
inteso cancellare una parte della storia italiana, né ha mai dimenticato i tanti che hanno sacrificato la propria vita lottando per la libertà, l’autonomia, l’indipendenza – si legge nella nota dell’Amministrazione pantesca -. Sono passati molti anni da quel lontano 25 aprile del 1945, quando iniziò un percorso lungo e tortuoso che ha portato alla nascita di una nazione liberale, democratica, solidale e forte. Oggi, grazie
all’impegno indefesso di tutte le componenti territoriale che hanno seguito quel percorso, possiamo
affermare che l’Italia è una nazione moderna, immune da qualsiasi rischio autoritario. Alla luce di tutto ciò abbiamo ritenuto doveroso ricordare questa importante ricorrenza con un cerimoniale che ha coinvolto Forze Armate, Istituzioni, ANPI, sottolineando che pur nelle diversità insite in ciascuno di noi siamo tutti cittadini di un’unica nazione. Tale cerimoniale si concluderà con l’inno di Mameli che riteniamo l’unico totalmente inclusivo e rappresentativo dell’unità nazionale e dei valori costituzionali, conquistati pagando un pesantissimo prezzo in termini di sacrifici e vite umane”.