È sabato 13 aprile, ore 17.07. Al Palazzetto dello Sport di Rosolini il Futsal Mazara fa la storia. La sirena di fine partita contro l’Ispica (terminata 0-0) consegna infatti alla squadra del presidente Filippo Maggio e di mister Enzo Bruno una storica promozione in A2 che fa il paio con la vittoria della Coppa Italia di Serie B in Basilicata di neppure un mese fa per un double che resterà storico nello sport cittadino. La squadra va a esultare all’esterno dal Palazzetto, dove circa 200 tifosi sono rimasti fuori perché la partita, un po’ a sorpresa, è stata giocata a porte chiuse. Una mobilitazione di massa, con i supporter gialloblu pronti a festeggiare i propri beniamini già a Ispica. E, al rientro in città, oltre un migliaio di tifosi hanno riempito piazza della Repubblica per accogliere i propri eroi. “Un sogno poteva esserlo a inizio campionato – ci spiega il presidente Maggio – ma negli ultimi tre mesi abbiamo capito che potevamo farcela. Un obiettivo che ci siamo sudati con sacrificio. Devo ancora realizzare. Il sogno è diventato realtà, ce la siamo conquistata sul campo”. Se il presidente ha dunque una ‘colpa’ è quella di aver trascinato un’intera città in una festa a tinte gialloblu: “Non mi sento questa grossa responsabilità (ci scherza su, ndr), ma ho sentito la responsabilità di circa 200 persone rimaste fuori dal Palazzetto perché la partita è stata a porte chiuse. In quel momento mi sono sentito responsabile di una città addosso per una situazione che non dipendeva da me”.
È ancora emozionato il presidente gialloblu che nel giro di un paio di settimane ha visto crescere notevolmente l’entusiasmo per quello che la sua creatura ha realizzato. “La sensazione più bella è stata al ritorno di Coppa Italia, una sorpresa. Non immaginavo di trovare alle 6 del mattino 2-300 persone ad aspettarci. Invece dopo Ispica abbiamo avuto modo di sapere che la gente si stava organizzando per accoglierci. Ho anche ricevuto la telefonata del sindaco che mi chiedeva l’orario di arrivo. Viverla personalmente è stato eccezionale, percorrevamo il lungomare in pullman e la gente ci osannava. L’arrivo in piazza è stato molto emozionante”. La fame con cui la città ha accolto trionfalmente i gialloblu non ha lasciato indifferente Maggio: “Conosco la mia città – prosegue il presidente – ho avuto qualche segnale che mi ha fatto pensare che Mazara potesse essere coinvolta in un progetto più grande. Nel nostro piccolo abbiamo trovato questa vetrina del calcio a 5 che ci ha dato delle possibilità che con il calcio sono più difficili da raggiungere. I tifosi stessi sono rimasti sorpresi dalla vetrina che la città potesse avere. Una grande emozione trovare, a mezzanotte circa, un migliaio di persone ad accoglierci, compreso il sindaco. Sono partiti i fuochi d’artificio, la piazza era piena di bandiere gialloblu e i bambini per strada volevano foto e autografi. Lì è stata l’apoteosi”.
Un’accoglienza, al ritorno in città, che ha sicuramente fatto rumore: “La sensazione più bella è stata al ritorno di Coppa Italia perché è stata una sorpresa. Non immaginavo di trovare alle 6 del mattino 2-300 persone ad aspettarci. Invece dopo Ispica abbiamo avuto modo di sapere che la gente si stava organizzando per accoglierci. Ho anche ricevuto la telefonata del sindaco che mi chiedeva l’orario. Viverla personalmente è stato eccezionale, percorrevamo il lungomare in pullman e la gente ci osannava. L’arrivo in piazza è stato molto emozionante. La piazza piena è un segnale che Mazara manda. La città ha bisogno di affermarsi nello sport. Finora non siamo stati conosciuti a livello nazionale se non in sport individuali come la scherma. Mancava però uno sport che riempisse i palazzetti. Su queste basi chiediamo anche la costruzione di un nuovo impianto che possa ospitare più gente e che possa servire non solo al calcio a 5 ma anche ad altri sport ed eventi extra-sportivi”. Tra i segreti della vittoria, anche il rapporto che lega il presidente Maggio e mister Bruno: “Con Enzo abbiamo una conoscenza profonda e il calcio a 5 negli ultimi dieci anni ci ha dato la possibilità di stare ancora più vicini. Quello che ci ha contraddistinto è stata anche l’ironia. Abbiamo fatto le cose serie, non prendendoci troppo sul serio. Forse anche questa è stata l’arma vincente di un’immagine che si è andata a creare intorno alla nostra squadra. Il Futsal Mazara nasce da me e mister Bruno, ma tanta gente – conclude il presidente – ha sposato il nostro progetto entrando in dirigenza”.
L’amicizia tra il numero uno della squadra e l’allenatore è confermata anche dal mister, artefice di questo autentico miracolo: “Con Filippo – spiega Enzo Bruno – siamo amici d’infanzia, ho anche fatto da testimone al suo matrimonio. Questa squadra nasce dalla nostra voglia di fare sport e tempo addietro lo avevo coinvolto con il Real Marsala, il Real Futsal e con il Marsala Futsal. Una passione comune che anche lui ha fatto sua. Tutto quello che è venuto lo dobbiamo anche al nostro rapporto di amicizia sincera che ci ha portati anche a questi risultati. Questa per noi è una passione, prendersi troppo sul serio non va bene. L’importanza per il sociale dovrebbe essere la base di tutti gli sport”.
E pensare che il Mazara era una matricola nel campionato di B, ma la squadra gialloblu ha saputo stupire tutti vincendo tutto ciò che poteva vincere: “Sono emozioni bellissime, era un risultato insperato alla vigilia del campionato. Piano piano abbiamo però preso coscienza della nostra forza e abbiamo festeggiato un’annata assurda, dove tutto è andato bene”. Tra gli aspetti da sottolineare anche l’imbattibilità durata fino alla terzultima di campionato per una squadra che non perdeva addirittura dal 3 dicembre del 2022 e che quest’anno è stata l’ultima squadra nei campionati professionistici a perdere una gara. “Abbiamo preso coscienza che era possibile quando abbiamo vinto le due trasferte a Soverato all’andata, contro una squadra costruita per vincere. A fine girone d’andata abbiamo capito che potevamo dire la nostra”.
Tra i segreti della squadra anche la forza mentale: “In casa con il Soverato eravamo sotto 4-2, ma abbiamo accorciato a 30’’ dalla fine e pareggiato a due secondi dalla fine, in finale di Coppa abbiamo pareggiato per andare ai supplementari a due secondi dalla fine. È stata una nostra caratteristica – sottolinea mister Bruno – questi ragazzi non hanno mai mollato e ci hanno sempre creduto. La nostra forza è stata la mentalità, a livello tecnico c’era qualche squadra superiore a noi, però non hanno avuto la nostra forza mentale, il nostro gruppo e il nostro pubblico”. Anche l’allenatore si sofferma sulla fame di sport mostrata dalla città: “Sono emozioni che non abbiamo mai provato, non è mai successo che una città si mobilitasse in questo modo per una società sportiva. Ricordo gli anni d’oro della pallamano in A o anche il Mazara Calcio in D. Non ho però mai visto un affetto così importante, soprattutto delle famiglie e dei bambini. In tanti hanno fatto cinque ore di viaggio, in Basilicata per la Coppa sono venute 60 persone. Con l’Ispica peccato per la beffa delle porte chiuse, ma sarebbe una cosa da affrontare a più ampio raggio”.
Un entusiasmo tangibile ha accompagnato la squadra, con un Palazzetto sempre stracolmo e le dimostrazioni d’affetto anche nelle lunghe trasferte: “Questa città ha tantissima fame di sport. Tante nostre partite sono state decise proprio sul filo del rasoio, spesso abbiamo vinto negli ultimi secondi. La gente ama anche queste emozioni e il fatto che il risultato sia sempre in bilico e poi possa essere dalla tua parte. Ogni partita è stata emozionante, come tutta la cavalcata”. Adesso è tempo di guardare già al futuro e alla prossima stagione che vedrà il Mazara impegnato nel campionato di A2: “Noi dipendiamo dagli sponsor, non siamo persone facoltose che da soli possano mandare avanti una realtà del genere. Abbiamo creato qualcosa di importante, le aziende si sono accorte di noi e penso avremo maggiore possibilità di reperire sponsor. Poi sarà il campo il giudice supremo – conclude mister Bruno – intanto è importante organizzarsi dal punto di vista economico”. “La storia del Futsal insegna che non esistono società come possono essere Juventus, Inter o Milan, con una base importante e che mantengono sempre gli stessi standard. Molte società arrivano anche in A e magari la stagione dopo non si iscrivono neppure”.