Per la Corte d’Appello di Palermo, l’ex patron di Valtur Carmelo Patti non aveva rapporti di vicinanza con Cosa Nostra. Alla luce di ciò, i giudici palermitani hanno disposto la revoca della confisca del ricco patrimonio di Patti, nel frattempo deceduto.
Il provvedimento di confisca del Tribunale di Trapani, risalente al 2018, comprende beni per 1.5 miliardi di euro (tra cui tre resort a Favignana, Crotone e Ragusa, un golf club, 400 ettari di terreni e 232 immobili) ed è stato definito tra i più rilevanti mai effettuati in Italia.
L’imprenditore era difeso dagli avvocati Francesco Bertorotta, Roberto Tricoli, Raffaele Bonsignore, Angelo Mangione, Marco Antonio Dal Ben e Giuseppe Carteni. Il collegio difensivo di Patti ha espresso soddisfazione per la sentenza, che restituisce – affermano i legali – “quella onorabilità ingiustamente macchiata nel corso dei 13 anni di processo di prevenzione”.
L’ex patron della Valtur venne anche accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma il procedimento fu archiviato su stessa istanza della Procura.
“Si potrebbe dire che il tempo è galantuomo – proseguono gli avvocati – restano, però, i segni di una aggressione mediatica ingiustamente subita dal cavaliere Patti che è stato indicato al pubblico di molte trasmissioni televisive e dalla stampa nazionale come un imprenditore ‘vicino’ al contesto mafioso di Castelvetrano”.