Un tema caldo, spesso trascurato, ma che ha concausato danni enormi al territorio. È il Gasdotto Eni, che ogni giorno porta in Italia (passando da Mazara) quasi la metà del fabbisogno nazionale di gas. Un’opera che, come attestato dagli studi coordinati dal dott. Fabrizio Hopps, consulente nominato dal sindaco sulla questione, avrebbero causato un danno ambientale notevole. “La società che gestisce il gasdotto – osserva il sindaco Salvatore Quinci – non ha mai riconosciuto la volontà di sedersi al tavolo per partecipare a un’eventuale composizione. Dal nostro punto di vista una responsabilità di impatto ambientale è evidente, la presenza del gasdotto è una presenza di predatori, che non lasciano alcun valore economico. Comportamento che trova anche la responsabilità della classe politica di allora. Stiamo valutando se provare a ricomporre le questioni in maniera dialettica. Un tentativo importante, promosso dal Parlamento, è fallito qualche anno fa. Potremmo valutare di ricorrere ad altre vie”.
Il riferimento è alla via giudiziaria: “Resta l’unica, ma è sempre l’ultima da percorrere perché di fronte abbiamo un colosso, il governo italiano. Sono percorsi lunghi, non vorrei dare l’impressione di mettere in campo azioni per fini elettorali”. La candidata Vita Ippolito considera la questione prioritaria: “Preso atto dei lavori e delle relazioni degli esperti incaricati, si evincerebbe un nesso di concausalità tra il gasdotto e l’erosione. Se così fosse, bisognerebbe attivare i canali necessari. La mia amministrazione convocherà immediatamente gli esperti che hanno depositato i pareri tecnici e attiverà poi l’ufficio legale per far valere le ragioni del territorio. Prendiamo atto dei pareri tecnici e autorevoli, non possiamo dubitare della veridicità delle relazioni tecniche. Appare strano e anomalo che le precedenti amministrazioni abbiano rinnovato la concessione prescindendo dagli autorevoli pareri che erano stati protocollati”.
“La riteniamo – prosegue Ippolito – una questione prioritaria, prima ancora di avviare una fase di contenzioso, è bene convocare una conferenza con gli amministratori pro tempore del gasdotto per dirimere in fase extragiudiziale la controversia. Si potrebbe trovare una soluzione, la fase contenziosa potrebbe essere evitata. Se non si raggiungesse un accordo transattivo, in subordine si dovrebbe investire l’ufficio legale al fine di far attivare lo Stato che è legittimato attivo per un’eventuale azione legale. Se Eni vede che l’amministrazione è determinata a ottenere un risarcimento del danno per il territorio danneggiato, allora potrebbe anche fare un’offerta e riconoscere un compenso”.
Abbiamo interpellato anche il candidato Nicola Cristaldi che però ha declinato l’invito a rilasciare una dichiarazione sulla questione. A intervenire, invece, è stato Giuseppe Palermo, consigliere comunale Pd, tra i promotori dell’avvio dello studio del dott. Hopps: “Non bisogna disperdere il suo lavoro. Stiamo programmando un incontro con lui, la candidata Ippolito e gli attori coinvolti nello studio per ridiscutere la questione e farla diventare un’istanza che parte dal nostro gruppo. Una questione fondamentale”. E allora sorge spontanea la domanda: come mai l’amministrazione si è fermata alla relazione senza cercare una composizione extragiudiziaria o andare per vie giudiziarie? “Abbiamo lavorato – prosegue Palermo – e fatto in modo che si nominasse un esperto, purtroppo il lavoro non è stato valorizzato dal sindaco che probabilmente quando ha capito che la cosa era così vasta e avrebbe richiesto più energie di quelle che era disposto a mettere in campo si è fermato. Terremo alta l’attenzione con la candidata”.
Secco anche l’intervento del presidente del consiglio comunale, Vito Gancitano, che ha ribadito: “L’iniziativa e lo studio portato avanti dal consulente Fabrizio Hopps saranno sicuramente sposati dalla nostra coalizione dove sono anche presenti persone che hanno permesso si arrivasse a questi studi. I nostri cittadini meritano di avere ciò che gli spetta per i danni causati da quest’opera al nostro territorio. È giusto che il Comune e i cittadini che ne sono stati danneggiati vengano risarciti”. Il dibattito, insomma, è acceso. Resta da capire come la futura amministrazione si porrà di fronte a quello che è un grave danno per il territorio, ma anche una grossa opportunità.