Alta tensione intorno all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. L’interesse dell’imprenditore Valerio Antonini per lo scalo trapanese è noto da settimane. E nel corso di un’intervista all’emittente Telesud, rispondendo ai contenuti di un’inchiesta a puntate pubblicata su Tp24, ha ipotizzato con forza che le voci critiche nei suoi confronti siano legate proprio a tale interesse. “Ho letto – ha affermato il patron del Trapani Calcio – un’intervista del presidente Schifani in cui dice che gli aeroporti siciliani devono essere privatizzati. Ritenendo il presidente Schifani una persona intelligente, ho voluto approfondire e ho visto che quest’aeroporto produce perdite importantissime e certificate per la Regione Siciliana. Che l’ultimo bilancio sia positivo lo dice il suo attuale presidente…speriamo che prima poi possa arrivare un altro, capace di portare profitto…”. Un attacco diretto al manager marsalese Salvatore Ombra, che dal 2019 ha ripreso in mano la presidenza di Airgest, quando lo scalo trapanese era sull’orlo della chiusura. Antonini, tuttavia, boccia il “modello Ryanair”, che – a suo dire – porterebbe poco al territorio. “Bisogna creare i presupposto per far sì che arrivi a Trapani un turismo d’elite, con gente disposta a spendere, come avvenuto ad Olbia”.
Dura la replica, attraverso i social, del presidente di Airgest Salvatore Ombra, che si è detto “inorridito e fortemente preoccupato” dalle dichiarazioni di Antonini, che – a suo dire – avrebbe messo in campo “una drammatica e certamente emotiva teoria del complotto che non si registrava dai tempi della guerra fredda”.
“Parto dall’assunto che sono fermamente convinto che questo territorio, tanto depresso negli ultimi 50 anni, non abbia bisogno di certi spettacoli penosi e di teorie sconclusionate, addirittura risvegliando sentimenti ormai obsoleti come l’antagonismo Trapani-Marsala. La cosa però che mi preme maggiormente è tutelare l’immagine e la serietà di una infrastruttura che da oltre quindici anni prova con estrema fatica a fare del bene per questo territorio, sia esso Trapani o Marsala.
Mi aspettavo di ascoltare un progetto, delle opportunità per lo scalo di Trapani ed ho invece assistito ad un elenco di banalità e tanta superficialità. Dietro il lavoro serio e costante di una comunità come quella dello scalo di Birgi animata da Airgest, Vigili del fuoco, Polizia di frontiera, Enac, Autorità Trasporti, Aeronautica Militare, Ministero della Difesa, dei Trasporti, dell’Economia e tanti operatori commerciali, ci sono difficili e faticosi equilibri ed il costante e serio rispetto di norme e di leggi speciali sulla sicurezza e la salvaguardia di un asset demaniale in un perenne contesto di legalità, Trasparenza ed etica del lavoro. Non è facile in terra di Sicilia e va difeso.
E’ molto pericoloso illudere la gente che esistano nel settore aeroportuale non meglio definite formule magiche. Purtroppo non è così, serve preparazione come quella di tutti gli uomini di Airgest e grande senso di responsabilità. Ridurre tutto questo ad un giocattolo di cui il Presidente di turno fa uso per la sua visibilità mi ha veramente inorridito e spaventato nell’approccio. Giochi di parole, battute, retropensieri ed anche l’uso ambiguo del mio cognome. L’aeroporto è qualcosa di così importante che come ribadito in un recente incontro da noi promosso con i tutti i sindaci e le parti sociali del territorio, richiede unità di intenti, visione comune e tanta tanta collaborazione, sempre con il rischio di fallire o non vedere ripagati i sacrifici fatti. Non servono inchieste sullo scalo, serve entrare in punta di piedi ed umiltà in un mondo complesso quale quello aeroportuale, dove c’è sempre da imparare qualcosa. Io provo sempre a guidarlo con serietà e per il bene di tutti noi, finché la proprietà lo riterrà opportuno”.