Con un vero e proprio blitz in direttivo provinciale domenica scorsa è stato messo in votazione, con il voto contrario di Livio Marrocco e Gaspare Clemense, l’appoggio di Fratelli d’Italia al sindaco di centro sinistra uscente Quinci, contrariamente alla linea di attesa e cautela che invece si era deciso di seguire per le altre realtà in cui si voterà alle prossime elezioni amministrative.
“Una fretta incomprensibile, che trova forse motivo solo nella necessità di dover dare un segnale alla famiglia Torrente che al congresso provinciale di FdI ha fortemente sostenuto Miceli. Il figlio Paolo tesserato di FdI ed il padre Vito assessore delle giunta Quinci fino a pochi giorni fa – affermano Marrocco e Clemense -. Dopo anni di opposizione di FdI al sindaco Quinci, con decine di atti ispettivi prodotti dal nostro consigliere comunale assistiamo ad una giravolta che non può che danneggiarci. Contrariamente ai valori di coerenza e rispetto dei territori a cui FdI è sempre stata fedele si vuole ancora una volta spaccare il centrodestra e andare contro la nostra identità, come già accaduto a Erice e Alcamo nelle passate amministrative. Invece di dialogare con Nicola Cristaldi, a torto o a ragione una bandiera della destra trapanese e siciliana, si preferisce andare contro la propria storia”.
“Una brutta pagina – afferma Livio Marrocco – che colpisce l’identità, la storia di FdI. Sembrerebbe il miglior trasformismo all’opera, a cui si accoda quindi anche Fratelli di Italia che il trasformismo lo ha sempre combattuto. Ci auguriamo che si ritorni sui propri passi e si apra, in occasione del prossimo vertice di centro destra a Castelvetrano, un confronto che tenga unita l’intera coalizione. Presupposto che ci può far vincere in tutte le realtà”.
Pronta arriva la risposta di Miceli. “Questi non solo confondono, volontariamente, il confronto con un “blitz”, ma omettono, deliberatamente, che la direzione provinciale, alla quale hanno partecipato, si è riunita avendo preventivamente portato a conoscenza di tutti componenti i punti all’ordine del giorno da trattare e, tra questi, quello inerente le amministrative. Durante un ampio dibattito tra tutti gli intervenuti, ivi compresi i due dirigenti in questione, dalla discussione è evinta una decisione presa democraticamente con soli 2 contrari su 15 dirigenti. Evidentemente la democrazia e la dialettica interna al nostro partito, non è gradita, preferendo portare il dibattito all’esterno. La democrazia è sacra, il confronto è un valore, ma il controcanto è inaccettabile. A questo punto se Livio Marrocco e Gaspare Clemense non condividono le decisioni che, prima di essere deliberate, frutto di confronto, ampiamente discusse e motivate, anziché produrre comunicati dannosi per l’immagine del partito, abbiano almeno la creanza di dimettersi dal coordinamento”.