Cure oncologiche a Mazara, l’allarme del primario: “Si vuole portare quest’esperienza alla fine”

redazione

Cure oncologiche a Mazara, l’allarme del primario: “Si vuole portare quest’esperienza alla fine”

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martedì 09 Gennaio 2024 - 12:34

«Le statistiche sono impietose: tra pochi anni il 50% della popolazione avrà bisogno di cure oncologiche importanti. Dal tumore oggi si guarisce ma le recenti politiche sanitarie, in particolare dopo la pandemia da Sars Cov-2, invece di puntare al rafforzamento dell’area oncologica, mortificano e penalizzano il settore. Le liste d’attesa rimangono troppo lunghe e l’accesso alle cure limitato. Dalla Sicilia continuano i viaggi della speranza al nord: il 30% di chi è affetto da patologie tumorali si sposta dalla Regione per farsi curare. Ma solo per chi può permetterselo. Le politiche sanitarie sono classiste e inadeguate nei confronti dei cittadini del Meridione che continua ad avere eccellenze, strutturali e umane, sempre più mortificate e penalizzate».

Il grido d’allarme arriva dal dottor Antonino Daidone, direttore del Reparto di Radioterapia Oncologica dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, convenzionata con il centro di medicina nucleare San Gaetano/Villa Santa Teresa di Bagheria, diretto dallo stesso medico radioterapista.

La convenzione tra le due strutture di altissima specializzazione, avviata nel 2017, ha permesso a circa 6 mila persone ammalate di tumore di curarsi rimanendo nel territorio con una percentuale di guarigione altissima, pari al 70% dei pazienti oncologici trattati, che arriva ad oltre il 90% delle guarigioni per la cura del tumore alla mammella.

La radioterapia oncologica dell’ospedale di Mazara del Vallo è l’unica in provincia di Trapani e annualmente circa 700 persone vengono trattate nel reparto, evitando così lunghi spostamenti ed estenuanti percorsi in altre città della Regione o al nord Italia.

Un’eccellenza che è anche un esempio virtuoso di utilizzo dei beni confiscati alla mafia: la radioterapia a Mazara del Vallo è attiva grazie alla convenzione dell’ospedale Abete Ajello con il consiglio d’amministrazione del polo oncologico Villa santa Teresa di Bagheria, bene confiscato alla mafia (e, in particolare, a Michele Aiello) e rientrato così nel circuito dell’economia legale; percorso non sempre così lineare e scontato nell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Uno scambio produttivo perché con la convenzione, avviata nel 2017, l’Asp di Trapani si avvale delle professionalità di altissimo livello della clinica di Bagheria, consentendo le prestazioni di radioterapia in provincia di Trapani mettendo a disposizione l’attrezzatura di ultima generazione dell’ospedale di Mazara del Vallo.

Lo stesso direttore Antonino Daidone è stato radioterapista oncologo presso il “Caltalan Oncology Institute” di Barcellona, poi in Portogallo, con attività di ricerca sulle neoplasie cerebrali e del distretto testa collo ed all’attivo numerose pubblicazioni mediche sulle ricerche e scoperte di settore. 

A Trapani, però, non ci sarebbe più la volontà di proseguire su questo virtuoso percorso avviato a Mazara del Vallo con la clinica all’avanguardia nella cura dei tumori perché, come afferma il dottor Antonino Daidone «il polo oncologico non solo non è affatto attenzionato adeguatamente ed economicamente, ma sembrerebbe addirittura esserci la volontà di sottodimensionarlo e quindi portare l’esperienza alla fine».

«Trattandosi di una realtà radioterapica importante e virtuosa, per la quale riceviamo la gratifica della guarigione dei pazienti e l’orgoglio verbale dei vertici dirigenziali sanitari, non è chiara quale sia la programmazione, non si comprendono le scelte -spiega, amareggiato, il dottor Antonino Daidone-. Ad aprile la convenzione scadrà definitivamente e, a fronte dello staff di supporto di Villa Santa Teresa, ad oggi composto da circa 30 unità tra personale medico, infermieristico e di assistenza, arrivano a sostegno solo tre dirigenti medici dell’Asp. Allo scadere della convenzione la radioterapia non potrà di certo mantenere standard e percentuali di cure».

«L’Italia ha una delle sanità migliori al Mondo e la Sicilia non è da meno. Per questo sono ritornato, con la volontà di portare nella mia terra quanto imparato all’estero, le tecniche di radioterapia stereotassica più moderne e performanti nella cura dei tumori. Avrei voluto parlare dell’importanza della prevenzione invece mi ritrovo a sottolineare la necessità di tenere i riflettori accesi sui tentativi di mortificare ancor di più il settore sanitario della radioterapia e delle cure oncologiche. Mi appello ai vertici sanitari regionali e nazionali -conclude il dottor Antonino Daidone- perché ci sia un vero cambio di rotta nell’interesse di tutta la popolazione».

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