E’ passato un anno dalle ultime elezioni politiche che hanno portato Giorgia Meloni alla guida del governo. In questi giorni abbiamo letto e ascoltato tante analisi sul bilancio di questi primi 12 mesi, più o meno condivisibili.
Da queste parti, tuttavia, da alcuni giorni ci si chiede anche come sia stato il primo anno di Marta Fascina da deputata eletta nel collegio uninominale di Marsala. Consultando il sito ufficiale della Camera dei Deputati, emerge che lady Berlusconi è stata cofirmataria di tre proposte di legge (tra cui quella sull’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso politico della giustizia) e che non ha presentato nessuna mozione, né risoluzioni, interpellanze, interrogazioni o ordini del giorno. Come se non bastasse, risulta anche ai primi posti tra i parlamentari assenteisti.
Già poco presente nella precedente legislatura (con una percentuale di assenze di circa il 74%), la Fascina è sicuramente stata condizionata dalla malattia di Silvio Berlusconi, fino a decidere di non andare più in Parlamento dal giorno del decesso del fondatore di Forza Italia, avvenuto lo scorso 12 giugno. Ora, persino il cognato Paolo ha rilasciato una dichiarazione alla stampa in cui la sollecitava a ripresentarsi a Montecitorio (“deve trovare la forza di tornare in Parlamento perché è un suo diritto ma soprattutto un suo dovere”). Stranizza, piuttosto, che il centrodestra marsalese, che un anno fa ha sciaguratamente subito in silenzio l’imposizione di una candidatura estranea al territorio, non senta l’esigenza di invitare la sua rappresentante in Parlamento a tornare al suo “lavoro”, esattamente come avrebbe fatto qualsiasi altro dipendente pubblico dopo qualche giorno di lutto familiare.
Tuttavia, se proprio la Fascina fosse così addolorata da non poter tornare a Montecitorio, resterebbe sempre un’opzione, forse la più logica: lasciare spazio ad altri, più sereni e determinati nel dare spazio al bene comune prima che ai sentimenti privati. Con il vantaggio che questa comunità potrebbe tornare ad avere una deputata (o un deputato) in grado di farsi portavoce delle tante criticità del territorio.