Non si è presentato neanche questa volta il boss Matteo Messina Denaro all’udienza del processo d’Appello che lo vede coinvolto come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio che si celebra nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta.
La sedia della postazione di video-collegamento dal carcere de L’Aquila, dove l’ex superlatitante è detenuto, anche questa volta è rimasta vuota. Messina Denaro in primo grado era stato condannato all’ergastolo. Il procuratore Antonino Patti, a conclusione della sua requisitoria ha chiesto la conferma della condanna. Nell’udienza di oggi è prevista l’arringa dell’avvocato Adriana Vella, nominata difensore d’ufficio del boss.
“Sulla scorta delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, nonché delle sentenze irrevocabili acquisite nel corso dell’istruttoria dibattimentale, emerge l’assoluta incertezza dell’effettivo ruolo che Matteo Messina Denaro rivestiva all’interno della compagine mafiosa trapanese”.
E’ quanto affermato dall’avvocato Adriana Vella, difensore d’ufficio di Matteo Messina Denaro a conclusione della sua arringa difensiva nel processo che si celebra in corte d’Assise d’Appello a Caltanissetta in cui il boss è accusato di essere il mandante delle stragi del ’92.
Il legale nel sottolineare “… la mancanza anche solo di elementi indiziari gravi precisi e concordanti in merito alla partecipazione dell’imputato in seno alle riunioni in cui fu deliberato il piano stragista” ha aggiunto che “… dalle motivazioni assunte in primo grado non è dato sapere nemmeno in cosa sarebbe consistito il concorso morale di Matteo Messina Denaro negli attentati di Capaci e via D’Amelio”.
L’udienza è stata rinviata alle 9.30 del 19 luglio, nell’aula “Costa” del Tribunale di Caltanissetta.