Manifestazione di protesta ieri sera a Palermo “contro il governo Meloni e la repressione”.
Il corteo, partito da piazza Sant’Anna, con carri con striscioni, musica e slogan, è arrivato fino al tribunale di Palermo, “simbolo del potere giudiziario e dell’utilizzo di misure sempre più punitive per colpire il dissenso sociale”, dicono gli organizzatori in una nota.
L’iniziativa è stata promossa nelle scorse settimane tramite un fitto tam tam sui social da una rete di organizzazioni palermitane, che ha chiamato a raccolta la città per manifestare contro il governo Meloni, contro le politiche guerrafondaie e di aumento delle spese militari propugnate da Crosetto e Salvini, per reclamare il diritto alla casa, al reddito, alla salute di tutti e tutte. I manifestanti hanno protestato per “la riappropriazione della propria città e delle proprie strade – simbolicamente – contro abusi di potere e metodi repressivi dal decreto anti rave, agli sgomberi coatti in città, fino all’utilizzo improprio della repressione per la risoluzione delle emergenze sociali, relegate a materia di ordine pubblico”.
Durante il corteo è stata colpita una Banca in via Pignatelli Aragona con uova e vernice, mentre gli attivisti ecologisti hanno aperto uno striscione con scritto “Insorgiamo! Cambia il sistema non il clima” per protestare contro i finanziamenti al fossile e la speculazione sull’ambiente. “Il governo Meloni – affermano i manifestanti – si è apertamente schierato dalla parte dei padroni e dei grandi imprenditori, smantellando il reddito di cittadinanza, bocciando le proposte sul salario minimo, rendendo esecutivi sfratti e sgomberi, prendendo posizione contro i lavoratori, contro l’aborto, contro i diritti delle donne”.