Si potrà visitare fino al prossimo 4 giugno la mostra “Momò Calascibetta. L’ironia del disincanto”. Al Convento del Carmine, in esposizione circa 80 opere tra disegni, acqueforti, pitture e sculture relative a oltre quarant’anni di attività.
Sabato pomeriggio si è tenuta la presentazione, con gli interventi del presidente dell’Ente Mostra Riccardo Rubino, del sindaco Massimo Grillo e del curatore della mostra, l’architetto Enrico Caruso. Il tour inaugurale nelle sale espositive ha visto anche la presenza dei familiari di Momò Calascibetta, della moglie Enza Lauricella, del figlio Filippo, del sindaco Grillo. Tra le più belle opere del pittore scomparso a Marsala mesi fa, “Il Giardino delle Delizie”.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione Art Momò e con il patrocinio del Comune, si potrà visitare da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19. Domenica 9 aprile, Santa Pasqua, la mostra rimarrà aperta solo nel pomeriggio; mentre resterà chiusa il lunedì di Pasquetta.
Visionario e grottesco, ironico e irriverente. Mirabile sceneggiatore e maniaco del dettaglio di una pittura al contempo colta e pop: florida di citazioni e fiorita di sberleffi e caricature all’indirizzo di potenti e potentati. Si intitola “Momò Calascibetta. L’ironia del disincanto” ed è la mostra con cui, a pochi mesi dalla prematura scomparsa, la Pinacoteca di Marsala rende omaggio all’artista (Palermo 1949 – Erice 2022) che scelse questa città – la sua luce, il suo mare, i suoi vibranti tramonti sulle saline – di ritorno in Sicilia dopo trentacinque anni trascorsi a Milano.
Curatore del progetto espositivo su Momò è Enrico Caruso, architetto e già direttore dei Parchi archeologici di Morgantina, Monte Iato, Selinunte e Lilibeo-Marsala oltre che ex Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Trapani, che per gli spazi del Convento del Carmine ha immaginato due macrosezioni scandite in dieci nuclei narrativi.
Oltre settanta le opere in mostra che, dal 1983 – quando iniziò l’avventura a Milano – fino all’estate del 2021, anno dell’ultima mostra al Museo Riso di Palermo, punteggiano l’arco narrativo di un’intera esistenza votata all’arte e alla pittura che ha preso il via a Palermo, con la prima mostra a Palazzo Vescovile curata da Maurizio Calvesi nel 1976, quindi a Milano a inizi anni Ottanta: una strategica piattaforma di lavoro da dove Calascibetta – architetto per formazione, artista autodidatta per vocazione – ha partecipato ad eventi d’arte nazionali e internazionali che hanno attirato l’attenzione di critici e personalità della cultura milanese come Mario De Micheli, Vincenzo Consolo, Gillo Dorfles, Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio e culminati nel 2002 con la mostra–evento “Terromnia”, a cura di Philippe Daverio.