Archiviata la prima decade, segnata da una nutrita rappresentanza al Parlamento nazionale e all’Assemblea Regionale, il Movimento 5 Stelle riparte in provincia di Trapani da Cristina Ciminnisi. Attivista della prima ora, per 7 anni assistente parlamentare all’Ars, è stata la candidata più votata nella lista pentastellata alle elezioni dello scorso 25 settembre.
Come valuta il suo risultato personale e quello della lista?
Il movimento ha dimostrato di avere una base solida nel panorama politico italiano e siciliano. Il mio risultato personale mi gratifica, ma è il risultato di un intero gruppo provinciale che ha lavorato in maniera coesa, con l’obiettivo di portare almeno un esponente all’Ars. E’ un grande onore per me, rappresenterò l’intera provincia e non solo il territorio da cui provengo. Sento in maniera prepotente il peso di questa responsabilità.
Girando la provincia, quali emergenze sono venute fuori con maggiore forza?
Girando tra le aziende e confrontandomi con le principali associazioni di categoria, la prima preoccupazione che si evidenzia riguarda la crisi energetica, destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi, con un conseguente caro bollette che investe famiglie e attività produttive già gravate da varie criticità nei propri bilanci. Un altro problema molto sentito è la carenza di infrastrutture e trasporti.
Non è un peccato che il lavoro di condivisione costruito in questi anni tra le forze di opposizione – M5S, Pd e Cento Passi – sia naufragato alla vigilia del voto?
E’ vero che in alcune cose abbiamo lavorato assieme e che si pensava di andare avanti in quella direzione. Poi, però, non ci siamo più intesi su metodi e temi. Ad ogni modo, è stata fatta chiarezza e ci siamo presentati agli elettori con la forza delle nostre idee e in maniera coerente tra elezioni nazionali e regionali. Quando si interrompe un dialogo è difficile proseguire, per cui credo che se anche avessimo vinto non avremmo lavorato serenamente.
Si tornerà a fare opposizione assieme o ognuno procederà per conto suo?
Attualmente l’Ars non si è ancora insediata e gli equilibri non sono definiti. Di fronte a un governo Schifani che opererà in continuità con Musumeci, non escludo che, come in passato, ci possa essere un dialogo tra il M5S e le forze d’opposizione.
Intende dialogare con gli altri parlamentari del territorio?
In occasione degli ultimi eventi calamitosi che si sono verificati a Trapani si è dimostrato di voler andare oltre i colori politici per ristorare gli esercenti e le famiglie. E’ stato un banco di prova che ci fa ben sperare affinchè si uniscano le forze per il bene comune, nel rispetto delle diverse idee politiche. Auspico un dialogo sereno con tutti.
C’è qualche Commissione all’Ars di cui vorrebbe fare parte?
Si tratta di decisioni che matureranno all’interno del gruppo parlamentare: ognuno esprimerà le proprie preferenze rispetto alle Commissioni per cui si sente più predisposto in base alle proprie esperienze personali e professionali, o in base alla propria sensibilità. Per i motivi appena citati, mi piacerebbe far parte della 4^ Commissione, Territorio e Ambiente. Con lo stesso spirito e la stessa serietà mi metto, comunque, a disposizione anche delle altre Commissioni, laddove si ritiene che la mia presenza possa servire.
Uno dei temi più delicati resta la sanità. Ci sono delle proposte, come gruppo, che intendete portare all’attenzione del nuovo governo regionale?
Abbiamo presentato un programma corposo agli elettori, incentrato sulla spoliticizzazione della sanità e sulla necessità di rimettere al centro il paziente, superando definitivamente il problema delle liste d’attesa. Mi preme anche ragionare su una riorganizzazione della medicina di prossimità attraverso le risorse del Pnrr o il Piano delle Opere Pubbliche dell’Asp di Trapani, che intendo tenere particolarmente d’occhio.
Si parla di un comitato di vigilanza sul Pnrr. Che ne pensa?
Lo auspico, come detto anche dal procuratore Roberto Scarpinato. Il rischio di infiltrazioni mafiose nella gestione dei fondi c’è. Per questo avevamo proposto una cabina di regia capace di vigilare su queste risorse di fondamentale importanza. Dove ci sono risorse, ci sono appetiti più forti e la pubblica amministrazione deve essere più attenta.
Nemmeno il tempo di chiudere le urne e già si guarda alle prossime amministrative, da Misiliscemi a Trapani…
A Trapani stiamo già iniziando a lavorare. Speriamo dalla prossima settimana di avviare un dialogo con le forze civiche del territorio per costruire un’alternativa all’amministrazione Tranchida, condividendo una nuova idea di città. Le nostre battaglie identitarie saranno punti fermi, ma intendiamo anche aprire un confronto con chi vuole dare un contributo al programma a cui stiamo lavorando. Guardiamo, comunque, a tutti gli appuntamenti elettorali che coinvolgeranno i Comuni del trapanese nei prossimi mesi. Non solo Trapani, dunque, ma anche Paceco e Valderice.