L’ospedale di Marsala e l’assessore Razza, due anni dopo

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

L’ospedale di Marsala e l’assessore Razza, due anni dopo

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martedì 10 Maggio 2022 - 06:45

Facendo un po’ di rassegna stampa del recente passato, mi sono imbattuto in un articolo del 7 maggio di due anni fa che raccontava l’arrivo a Marsala dell’assessore regionale Ruggero Razza. Nell’occasione, l’esponente del governo Musumeci, rassicurò i cittadini sul tempestivo ritorno alla piena operativa dell’ospedale “Paolo Borsellino”, da due mesi adibito solo ai casi Covid. Al contempo, preannunciò che la Regione aveva deciso di ristrutturare il vecchio San Biagio, per ricavarne un centro dedicato alle malattie infettive e che sarebbero stati potenziati gli organici ospedalieri, penalizzati nel recente passato dalla spending review introdotta dalla legge Balduzzi nel settore sanitario.

A distanza di due anni dalla visita istituzionale di Razza il “Paolo Borsellino” è, purtroppo, ancora un Covid Hospital e i lavori per la nuova struttura dedicata alle malattie infettive (non più al San Biagio, ma accanto al nosocomio di contrada Cardilla) sono molto lontani da una conclusione. Il risultato è un’impasse che continua a ricadere sulla pelle dei cittadini del comprensorio marsalese.

Lo scorso 31 marzo è stata dichiarata la conclusione dello stato di emergenza, ma il governo regionale – come spesso accade – non si è fatto trovare pronto. Dalle notizie filtrate nell’ultima settimana pare che entro l’estate si dovrebbe porre fine all’esperienza dei Covid Hospital distribuiti sul territorio siciliano: significa altre settimane, altri mesi di disagi e disservizi che in altre regioni sono riusciti contenere, adottando soluzioni più logiche. Sarebbe bastato allestire un ospedale da campo con una tensostruttura per isolare i pazienti Covid dal resto dell’utenza, in modo da non creare disagi alla comunità e anche agli operatori sanitari dei vari reparti, costretti a vagare per la provincia o, addirittura, a scegliere la mobilità verso altri centri, con un conseguente impoverimento di professionalità per il “Paolo Borsellino” che è sotto gli occhi di tutti. Si è preferito investire su un nuovo padiglione, promettendo tempi di realizzazione “europei” che non sono stati nemmeno avvicinati.

Raccogliendo lo sconforto della cittadinanza, lo scorso anno il Consiglio comunale avviò un’occupazione durata diverse settimane: un segnale di attenzione apprezzabile, che però non ha dato i risultati auspicati.

Comunque finisca, appare chiaro che la comunità marsalese non potrà dimenticare la gravità di un danno difficilmente risarcibile e di cui la politica – che prima di ogni cosa è gestione del bene comune – dovrà rendere conto. A partire dall’assessore Razza, che dopo essere tornato a Marsala nel dicembre del 2020 per annunciare la nuova opera, da queste parti non si è più fatto vedere, mentre il presidente Musumeci ha fornito risposte vaghe alle sollecitazioni poste dalla stampa, difendendo in ogni occasione l’operato del suo inqualificabile assessore. Due modi diversi di interpretare un’idea di irresponsabilità politica di cui i siciliani farebbero bene a liberarsi al più presto.

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