Da Paceco a Campobello e Partanna appelli per la pace e la libertà il 25 Aprile.
«Un appello alla pace parte anche da Campobello. Il 25 aprile, nel 77esimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo, è nostro dovere riflettere profondamente sul sacrificio di tanti uomini che hanno dato la vita per l’affermazione della libertà, della dignità umana e della democrazia. Valori che non devono essere mai dati per scontati, ma che vanno sempre difesi e tutelati, praticando la cultura della pace. Per questo, anche oggi, nella giornata simbolo della Resistenza, ci uniamo all’appello di papa Francesco affinché si ponga fine alla guerra, alla distruzione e alla sofferenza della popolazione ucraina».
È stato questo il messaggio pronunciato dal sindaco Giuseppe Castiglione durante la cerimonia di celebrazione del 25 aprile, che si è tenuta stamattina all’interno della villa comunale, alla presenza delle autorità civili e militari.
Durante la cerimonia, alla quale sono intervenuti anche l’arciprete don Nicola Patti e il luogotenente in congedo Gaspare Accardi, presidente della locale Associazione nazionale Combattenti e reduci, come da tradizione, il Sindaco ha deposto una corona d’alloro al Monumento ai Caduti.
Il luogotenente Accardi ha, infine, consegnato una pergamena in segno di riconoscimento alle associazioni Gandhi, Fidapa, Cif, Raggio di Sole e a diversi cittadini, che hanno partecipato all’iniziativa di solidarietà promossa dall’Associazione nazionale Combattenti e reduci in collaborazione con l’associazione Carabinieri in congedo di Castelvetrano, di cui è presidente Giovanni Evati, inviando 70 pacchi contenenti viveri, vestiario e farmaci alla popolazione colpita dalla guerra.
Questa mattina invece, nella ricorrenza del 77° anniversario della Liberazione, il sindaco di Partanna Nicolò Catania assieme al Presidente del Consiglio Comunale, Massimo Cangemi, al Comandante dei Carabinieri della locale stazione, Vincenzo Bonura, all’ex Comandante dei Vigili Urbani, Giuseppe Mauro, all’assessore Santo Corrente, e all’arciprete Don Antonino Gucciardi, ha deposto una corona d’alloro alla lapide ai Caduti, in via Vittorio Emanuele, alla destra del Palazzo Municipale.
«Celebriamo oggi la Festa della Liberazione – ha detto Nicolò Catania – Liberazione che 77 anni fa è stata conquistata e che non dobbiamo mai dare per scontata, così come purtroppo, anche l’attualità che stiamo vivendo ci insegna. Mai come quest’anno i valori di libertà che sembrano essere patrimonio acquisito, vengono meno, e l’esempio doloroso e reale di quello che sta accadendo a causa della guerra in corso, ce lo ricorda. Un pensiero commosso pertanto va al sacrificio di chi ha combattuto per la libertà, che non celebriamo per consuetudine, ma per mantenere viva la memoria e il ricordo di un evento che costituisce uno dei passaggi più delicati e importanti della nostra storia. Abbiamo il dovere di ricordare l’ideale e il sacrificio della vita di uomini e donne che nel tempo si sono immolati, e custodirli quale patrimonio irrinunciabile».
In piazza Vittorio Emanuele a Paceco, il Sindaco Giuseppe Scarcella ha commemorato le vittime della Resistenza, insieme al dirigente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani (Anpi), Giuseppe Monticciolo, e a diversi rappresentanti dell’Associazione Bersaglieri, della locale Stazione dei Carabinieri, della Polizia Municipale, oltre al parroco Don Vincenzo Basiricò e a tutti gli assessori.
Dopo l’inno nazionale e l’alzabandiera, è stata deposta una corona d’alloro presso il Monumento ai Caduti, dove da tre anni è stata collocata una targa in memoria di quanti persero la vita opponendosi all’oppressione nazifascista.
“Festeggiamo il settantasettesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo ma il cammino non è terminato: – ha evidenziato il Sindaco di Paceco – ora più che mai, c’è la necessità di non abbassare la guardia, per i focolai di guerra che ci sono in tutto il mondo, anche in Paesi vicini come l’Ucraina. È giusto che non scemi il livello di attenzione da parte di tutte le forze democratiche, per sconfiggere le atrocità della guerra e le ingiustizie, anche quelle sociali generate dalla pandemia”.