Canzoni Quasi Poesie, il disco “della vita” di Michele Pantaleo si presenta al Carpe Diem

redazione

Canzoni Quasi Poesie, il disco “della vita” di Michele Pantaleo si presenta al Carpe Diem

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giovedì 24 Marzo 2022 - 08:00

Una musica che apre la porta del cuore, lo fa attraversando gli anni e svelando un’anima che si racconta attraverso le corde di una chitarra. Lo si nota sin dalla copertina di “Canzoni Quasi Poesie” – realizzata da Manolo Linares – l’atteso album del chitarrista marsalese Michele Pantaleo.

In questo viaggio musicale, Pantaleo si mette a nudo raccontandosi: “Mio padre era un bottaio, ma anche un violinista e poi un mandolinista. La musica che suono è anche un pò la sua. Scorre nelle nostre vene, e ora continua a scorrere nelle vene di mio figlio Gianluca, che insieme a Gregorio Caimi ha curato il progetto di questo disco”.

Questa serratura a forma di cuore, Pantaleo la apre con le suo note, le mani che scivolano sul manico, a comporre 18 canzoni, appunto, “quasi poesie”, delicate, che racchiudono il flusso dell’anima che il musicista riesce anche a interpretare, cantandole. In questo lavoro “di una vita”, si può ascoltare la “bossanova”, “Dimmi chi mi voi”, ma anche brani intimi come “Lassez faire lassez passaire” il cui titolo francese racchiude sapienze tutte siciliane, senza tralasciare un brano per la propria città: “Ciaciaru”.

E le presenta sabato 26 marzo, alle ore 18, presso l’Auditorium “Vito Trapani” dell’Associazione Carpe Diem, in via A. Diaz, n. 2. Ad accompagnare Michele Pantaleo in questo album – in cui è anche polistrumentista – saranno Gianluca Pantaleo al basso, contrabbasso e pianoforte, Dario Li Voti alla batteria, Natale Montalto alla fisarmonica; registrazione e mix sono curati da Gregorio Caimi; il disco è prodotto dall’etichetta EmDabliuEm e sarà distribuito dal 1° maggio su tutti gli store digitali, quando probabilmente verrà presentato in concerto al Teatro Impero.

“È un progetto di world music – spiega Pantaleo – che racconta la sicilianità attraverso modi di dire, immagini e ricordi del sentire quotidiano nel quale possono riconoscersi molti come probabili protagonisti. Da ragazzo cominciai a comporre canzoni con testo dialettale, che poi riposi in un cassetto. Mi ritrovai ad averne trentasei, 18 dei quali hanno trovato luogo in questo disco”.

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