Si fa strada in Sicilia l’ipotesi di un ulteriore slittamento del rientro a scuola. Fissato prima al 10, poi al 13, il ritorno negli istituti scolastici potrebbe avvenire direttamente lunedì 17 gennaio. A confermarlo è stato l’assessore regionale Roberto Lagalla, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico, avvenuta questa mattina all’Università di Palermo. “La possibilità di un aumento a cinque giorni dello slittamento non ci preoccupa, abbiamo uno spazio di calendario sufficientemente largo, avendolo previsto in questa forma fin dall’inizio dell’anno scolastico e prevedendo che si sarebbero potute presentare asperità in determinati momenti. Così è stato e quindi siamo nella possibilità di poterlo fare”.
Di fatto, pur di non riproporre la Dad, il governo nazionale sarebbe disponibile a consentire alle Regioni di attendere qualche altro giorno per dotare le scuole di quanto richiesto dai dirigenti scolastici in modo da favorire il ritorno in presenza nella maggiore sicurezza possibile per gli studenti e i lavoratori. Al contempo, si sta cercando di contenere i contenziosi con quei Comuni che si stanno attivando con apposite ordinanze per tenere le scuole chiuse in modo da contenere i contagi. In Sicilia, l’esempio più eclatante è rappresentato dalla città di Messina, dove il sindaco Cateno De Luca ha sottoscritto un provvedimento che dispone lo slittamento al 23 gennaio della ripresa delle attività didattiche in presenza (ma dal 13 si ricomincerà con la Dad).
Lagalla ha poi sottolineato che il rinvio della ripresa delle attività scolastiche non è assolutamente strumentale, come evidenziato da alcuni osservatori. “Se si fa riferimento a quanto richiesto unanimemente da presidi e dalle amministrazioni locali, e cioè di potere avere il tempo sufficiente per applicare le nuove e diverse modalità di gestione delle quarantene e dei servizi anti-Covid all’interno delle scuole valutando il personale disponibile e quello che invece non lo è, ecco che tre giorni e forse anche cinque sono tecnicamente importanti”.