Durante la seduta consiliare, sono state votate in totale cinque delibere. Tre hanno ottenuto l’unanimità dell’organo elettivo: una variante urbanistica, il regolamento comunale per la partecipazione popolare e il Paesc.
Si è svolto nella giornata di ieri il Consiglio comunale che ha dato il via libera agli aiuti per le imprese locali in difficoltà economica a seguito della crisi scaturita dall’emergenza sanitaria del Coronavirus. In mattinata, l’organo elettivo, convocato in parte di presenza in Aula Falcone-Borsellino e in parte per via telematica, ha approvato innanzitutto le modifiche al Documento Unico di Programmazione 2021-2023. Le somme stanziate in bilancio per sostenere le attività economiche sono state pari a 450 mila euro. Queste, però, non devono avere usufruito di altre agevolazioni. Altra modifica apportata al documento ha riguardato il programma biennale del servizio degli acquisti e delle forniture. È stato implementato il servizio per l’invio tramite pec delle comunicazione alle utenze non domestiche di tributi e canoni idrici, reso possibile grazie anche al fatto che per l’iscrizione alla Camera di commercio gli operatori economici devono possedere una posta elettronica certificata. Quindi, gli uffici possono risalire facilmente ad un loro contatto. È stato inoltre proposto l’intervento per esternalizzare la riscossione del canone unico patrimoniale e dell’imposta di soggiorno, dal momento che non vi sono attualmente figure specifiche all’interno dell’ente che possano occuparsi di tale compito. È stato poi chiarito, nel corso del dibattito, dalla dirigente, la dottoressa Tiziana Vinci, che è previsto un agio del 6-8 % per tale scopo. Rispondendo al consigliere comunale del M5S, Nino Asta, l’ingegnere Dorotea Martino ha precisato che la spesa di 80 mila euro per l’acquisto dei mastelli è relativa alla raccolta organica dei rifiuti (circa 16mila). Si aggiungeranno a quelli forniti dall’impresa che si occupa del servizio per il cosiddetto secco. Verranno distribuiti inoltre su richiesta dei cittadini. La delibera è stata approvata a maggioranza: favorevoli 15 (Caterina Camarda e Gino Pitò di ABC-Alcamo Cambierà, Alessandra Cuscinà, Agata Cappero e Pietro Mirabella del gruppo misto, + 10 del M5S). Contrario Giacomo Sucameli di Sicilia Futura. Si sono astenuti Anna Allegro e Saverio Messana dell’Udc e Giovanni Calandrino del gruppo misto.
Successivamente, si è passati alla trattazione del regolamento per assegnare i contributi alle imprese locali in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Due sono stati gli emendamenti presentati in Consiglio comunale. Il primo, sottoscritto dai pentastellati Nino Asta, Daniele Russo, Laura Barone ed Elena De Luca, ha inserito il passaggio dalla commissione competente (la terza) delle linee guida stilate dalla giunta per l’assegnazione degli importi concernenti gli aiuti alle attività economiche. Il secondo, a firma dei consiglieri Russo e De Luca, ha acceso il dibattito in Aula Consiglio. Infatti, l’emendamento ha previsto la priorità nell’assegnazione delle agevolazioni per le imprese che hanno subito una riduzione del 30% del fatturato rispetto all’anno precedente la pandemia oppure maggiori costi. Una modifica al testo della delibera, predisposta dagli uffici comunali, che per i tecnici dell’ente amplia la platea dei possibili beneficiari. La proposta, però, non è stata condivisa dal collega grillino e presidente della commissione competente in materia, Nino Asta, il quale ha invitato i compagni del M5S a buttare giù la maschera. Per il pentastellato, sempre più critico nei confronti del suo gruppo, il fine dell’emendamento consisterebbe nel dare una mano alle imprese a seguito dell’aumento sulla Tari. “Diciamo le cose come stanno”, ha dichiarato. Il primo emendamento è stato così votato: 18 i favorevoli (Allegro, Calandrino, Camarda, Cappero, Cuscinà, Messana, Mirabella, Pitò + 10 M5S ), nessun contrario, un astenuto (Sucameli). Il secondo emendamento è stato deliberato con 12 “sì” (Allegro, Calandrino, Camarda, Pitò, Cuscinà + 7 del M5S), 6 astenuti (Asta, Puma, Melodia Cappero, Messana, Sucameli). Un solo contrario: Pietro Mirabella. La delibera è stata invece approvata con 15 voti a favore (Allegro, Calandrino, Camarda, Cappero, Pitò + 10 del M5S). Gli astenuti sono stati tre: Messana, Mirabella e Sucameli. Nessun contrario.
Nel corso della seduta è stata votata all’unanimità anche una variante urbanistica. La seduta si è protratta fino al pomeriggio. Dopo una pausa, è stata rinviata di un’ora per mancanza del numero legale. Una volta ripresa, si è proceduto alla discussione del regolamento che disciplina la partecipazione popolare. Tra le novità più rilevanti, illustrate dalla presidente della prima commissione competente, Piera Calamia, la quale ha ringraziato nel suo intervento l’ex consigliere comunale proponente, Francesco Viola, e gli altri componenti, vi sono la possibilità di presentare istanze e petizioni per i residenti italiani e stranieri che hanno compiuto i 16 anni, il referendum consultivo e abrogativo su determinate materie, l’istituzione di una commissione che ne valuta la fattibilità, la possibilità di richiesta di convocazione del Consiglio comunale aperto da almeno 500 cittadini iscritti nelle liste elettorali del municipio alcamese, dal presidente dell’organo elettivo, sentita la conferenza dei capigruppo, da almeno un terzo dei consiglieri comunali e dal sindaco. Un emendamento all’articolo 13 del testo è stato presentato dal capogruppo dell’UDC, Saverio Messana, oltre i termini previsti. Riunita la conferenza dei capigruppo, è stata bocciata la possibilità di metterlo ai voti. Il consigliere democristiano, in particolare, avrebbe voluto specificare che per la convocazione del Consiglio comunale aperto, il sindaco deve sentire la conferenza dei capigruppo. Come precisato dalla collega pentastellata Giovanna Melodia, già il regolamento del Consiglio comunale prevede detta procedura per la convocazione su richiesta del primo cittadino. Dunque, ha affermato che tale inserimento sarebbe stato “superfluo”, espressione che ha fatto infuriare il capogruppo dell’Udc. Il regolamento è stato approvato all’unanimità dei presenti.
Infine, è stato votato il Piano di azione per energia sostenibile e il clima del Comune di Alcamo. Il Piano è stato illustrato dall’ingegnere Pier Francesco Scandura, energy manager dell’ente, al quale è stato assegnato tale compito per l’appunto. L’obiettivo è quello di ridurre del 40%, da qui al 2030, il consumo energetico di CO2 dei cittadini alcamesi seguendo le linee dell’Europa per gli interventi su pubblico, residenti, terziario, agricoltura, trasporto pubblico e privato. Nello specifico, dal PAESC comunale sono state individuate 21 azioni. Critiche sulla relazione di 160 pagine, scritta dall’energy manager in collaborazione con gli uffici comunale, sono state rivolte dalla presidente della quarta commissione consiliare competente, Rosalba Puma (M5S). La consigliera grillina ha dichiarato “Meno male che esistono le commissioni consiliari”, in riferimento al fatto che il documento è stato rivisto dopo un’attenta analisi effettuata proprio dalla sua commissione che, tra le altre cose, ha evidenziato pure che le aree a verde comunali, individuate inizialmente dal piano e pari a 3, sono state successivamente elevate a 20. Gli errori effettuati dall’ingegnere Scandura, ha riferito la consigliera, sono stati fatti sulla base dei riscontri degli uffici comunali. Il documento è stato deliberato all’unanimità dei presenti.