E’ in pieno svolgimento la campagna di ricerca archeologica nella Laguna dello Stagnone antistante Mozia dove i componenti diretti dalla Soprintendenza del Mare, con la collaborazione dei membri della BGFU Baverysch Gesellschaft fur Unterwasserarchaologie di Monaco di Baviera che vede la presenza di laureati e ricercatori dell’Università di Marburg e Ludwig Maximillian di Monaco, stanno effettuando un mese di ricerca attraverso due gruppi di studio.
Il primo gruppo, che ha completato la propria attività il 15 luglio è stato guidato da Detlef Peukart, mentre il secondo che ha avviato le indagini a partire dal 17 luglio è diretto da Franziska Domen.
La ricerca è finalizzata ad indagare
la presenza di strutture circolari nelle acque antistanti Porta Sud e
Porta Ovest attraverso un programma di ricerca che ne prevede il
rilievo e le indagini di approfondimento.
“Sono piccoli tasselli
di un grande mosaico, che ci aiutano a leggere in maniera più chiara
la storia della nostra Terra. I tanti cantieri di scavi archeologici
che si sono alternati in questi mesi in Sicilia – sottolinea
l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità
siciliana, Alberto Samonà – continuano a confermarci
come dalle Università di tutta Europa vi sia un interesse fortissimo
per il nostro patrimonio culturale, espressione di una storia
plurimillenaria, che è la grande sfida che abbiamo raccolto per
costruire la Sicilia di domani. Per un futuro che abbia al
centro la cultura e identità della nostra terra”.
“Riteniamo particolarmente proficua questa campagna – dice la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – che ha fornito elementi circa la probabile presenza di un’imbarcazione punica con fasciame portante, staminali e madieri di sostegno. Un risultato interessante che rafforza il valore delle attività svolte in collaborazione con l’Università tedesca”.
Il saggio stratigrafico è stato praticato nella parte adiacente la struttura di Porta Sud, mediante un taglio attraverso la vegetazione marina fino a raggiungere uno strato sigillato. In quest’area, alla profondità di mt 1,30 è stata rinvenuta una macina in pietra insieme a diversi frammenti di ceramica tra cui, riconoscibile, l’orlo di un’anfora punica di produzione soluntina databile al IV secolo a.C. e sei frammenti lignei di circa 20 cm di lunghezza ciascuno. L’indagine sulla struttura di Porta Ovest ha condotto alla scoperta delle fondamenta di una piccola struttura muraria, da confrontare con analoghe presenze sulla banchina adiacente la strada sommersa che si diparte da Porta Nord.