Covid. Preoccupazione per le varianti, Signorelli: “Necessari lockdown chirurgici”

redazione

Covid. Preoccupazione per le varianti, Signorelli: “Necessari lockdown chirurgici”

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martedì 16 Febbraio 2021 - 16:42

“Nelle zone del Paese, con varianti in circolazione, e che devono essere ben delineate, serve intervenire nella maniera più rigorosa possibile. Servono “lockdown chirurgici”, selettivi di comuni o province”. Ne è convinto Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

“Per lockdown chirurgici – spiega Signorelli all’Adnkronos Salute – intendo misure molto restrittive che comprendano la chiusura delle scuole, forti limitazioni alle attività commerciali e agli spostamenti delle persone verso le seconde case”. Per quest’ultimo punto, Signorelli fa notare che “incredibilmente, anche nelle zone rosse, sono possibili. Ed un elemento da valutare. Anche con gli impianti sciistici chiusi, nel weekend di San Valentino abbiamo visto molti spostamenti verso le seconde case e, conseguentemente, rifugi pieni in montagna”.

Per ridurre la possibilità di diffusione delle varianti, in particolare, ricorda l’esperto, “… le misure più importanti sono proprio quelle di limitare gli spostamenti delle persone. In un contesto dove sono bloccati i trasferimenti è bizzarro che si renda possibile andare nelle seconde case. Mi rendo conto che si tratta di un’esigenza importante, ma in un momento come questo vanno evitati i comportamenti più a rischio”.

“Siamo preoccupati delle varianti del Sars-Cov-2 perché, quasi tutte, sembrano più contagiose. Quella che ci preoccupa un po’ di più, e fortunatamente in Italia o non c’è o è poco diffusa, è quella sudafricana perché è l’unica, di quelle note, che potrebbe non rispondere in maniera piena al vaccino”, spiega ancora Signorelli. “Fino a 10 giorni fa – continua – non cercavamo le varianti, adesso le vediamo di più perché le cerchiamo, ma c’erano anche prima. Secondo i dati, al 5 febbraio, l’Italia risulta essere l’ultimo Paese in Europa per la tipizzazione delle varianti”.

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