Il turismo è uno dei comparti che ha sofferto di più a causa della pandemia: in particolare, il turismo digitale – ovvero l’utilizzo di tutti i più vari strumenti digitali per preparare, organizzare, gestire e godersi un viaggio – ha infatti subito un calo di oltre 9 miliardi di euro rispetto al 2019.
Per il 2021 si prevede una parziale ripresa del settore del travel grazie a un’esperienza turistica che punta a essere sempre più continuativa e non limitarsi al tradizionale periodo di ferie, tra smart working (il 39% delle strutture ricettive italiane ha ospitato clienti in lavoro da remoto nel 2020) e offerta di contenuti fruibili online o di prodotti del territorio tramite e-commerce.
Questi alcuni dei dati emersi dalla settima edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano, presentati in occasione del convegno “Il Travel nel 2021: cosa ci aspetta?”
L’anno della pandemia ha avuto effetti pesanti sull’economia mondiale andando a travolgere in particolare l’ecosistema dei viaggi. Quello dell’intermediazione ‘tradizionale’ pre-Covid era un mercato tutt’altro che in crisi ma anche in questo settore, come per il tour operating, il 2020 è stato un anno di sopravvivenza, con un calo del fatturato tra il 60% e il 95%. Per il 2021 è prevista una parziale ripresa, nell’ordine di un terzo dei volumi realizzati nel 2019.
L’impatto è meno marcato su ospitalità, trasporti di terra e di mare e attrazioni, che sono riusciti, mediamente, a mantenere il fatturato in una forbice tra il 40 e il 60% rispetto al 2019, grazie soprattutto al turismo di prossimità.