Processo Perricone, iniziato l’esame del funzionario del Centro per l’Impiego di Alcamo

redazione

Processo Perricone, iniziato l’esame del funzionario del Centro per l’Impiego di Alcamo

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mercoledì 13 Gennaio 2021 - 16:48

Il dirigente regionale è stato sentito, presso il tribunale di Trapani, dopo la conclusione dell’esame della difesa e del controesame, effettuato dal pubblico ministero, dell’ex legale rappresentante della Promosud, Marianna Cottone.

Si è protratta fino al pomeriggio di lunedì l’udienza del processo a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone e degli altri coimputati: la cugina, Maria Lucia Perricone (detta Mary), l’ex legale rappresentante della Promosud srl, Marianna Cottone e il funzionario del Centro per l’Impiego di Alcamo, Emanuele Asta. I reati contestati, a seguito dell’inchiesta del 2016 “Affari sporchi”, condotta dalla Procura di Trapani, sono: associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dello Stato e della Ue, corruzione. Davanti al collegio dei giudici, presieduto dal dottore Enzo Agate e a latere le dottoresse Roberta Nodari e Chiara Badalucco, si è concluso l’esame della difesa di Marianna Cottone, rappresentata dall’avvocato Franco Messina, e il controesame del sostituto procuratore, la dottoressa Rossana Penna.

In particolare, è stata trattata nuovamente, sia dalla difesa che dall’accusa, la vicenda delle dispense redatte dagli ingegneri Vincenzo De Luca e GiuseppeDi Bona, soggetti incaricati dall’ente di formazione di alcune docenze nell’ambito del corso “Il lavoro di fabbro in ferro” dell’avviso 6 del 2009 della Regione Siciliana. Nello specifico, l’avvocato Messina ha chiesto alla sua assistita di spiegare il contenuto di una conversazione intercettata l’8 agosto del 2014 all’interno dell’ufficio di via Goldoni n. 6 ad Alcamo, dove erano ubicate le aule del suddetto corso, e relativa alla rendicontazione finale.

Nel corso del menzionato colloquio Marianna Cottone riferisce a Pasquale Perricone che le dispense sono state realizzate dalla stessa unitamente a Valentina Artale. Di seguito un passaggio del colloquio captato.

Pasquale: ma questa elaborazione di testi didattici e dispense…è un lavoro che è stato fatto?

Marianna: sì!…ci sono già!…già ci sono questi testi didattici e queste dispense…

Pasquale:…e chi le ha fatte?

Marianna: una parte le ho fatte io… una parte le ha fatte Valentina Artale… ci sono già e sono state date pure agli allievi…

L’ex legale rappresentante della Promosud ha precisato che le dispense dovevano essere provviste di loghi e di un codice identificativo che sono stati apposti successivamente alla consegna delle dispense da parte dei docenti incaricati, una volta trasmessi all’ente. E, dunque, secondo il racconto della Cottone, lei e la collega non sarebbero intervenute nella predisposizione delle dispense così come sostenuto dalla magistratura. Infatti, per la Procura, le indagini preliminari avrebbero permesso di accertare il pieno coinvolgimento di Perricone e dell’ex legale rappresentante della Promosud nella truffaldina predisposizione delle suddette dispense da parte dei professionisti incaricati. Il tutto, inoltre, sarebbe stato finalizzato alla percezione di somme non dovute a fronte di spese inesistenti o artificiosamente gonfiate.

Il controesame del pubblico ministero, poi, si è basato sui reati di truffa e associazione a delinquere. In particolare, ad essere oggetto dei quesiti posti dal sostituto procuratore è stato l’Avviso 1 del 2013 della Regione Sicilia. Marianna Cottone ha riferito di non ricordare di essere andata ai corsi che dovevano svolgersi a Partinico e, in particolare, al corso “operatore punto vendita” in cui risultava unica allieva. Infatti, l’ex legale rappresentante della Promosud ha precisato che nel caso di questo avviso regionale, il corso doveva essere attivato anche con un unico allievo e non erano previsti accorpamenti.

Per quanto concerne i controlli effettuati dal funzionario del CPI, Emanuele Asta, organizzati dalla Promosud e dalla Dafne Consulting, che si sarebbero dovuti svolgere nel 2014-2015 in via Goldoni ad Alcamo, Marianna Cottone ha inoltre dichiarato di non ricordare se i registri delle presenze degli allievi e dei docenti fossero regolarmente compilati. Poi, ha confermato nuovamente di essere una mera esecutrice degli ordini impartiti da Pasquale Perricone e di non avere mai suggerito strategie e, soprattutto, riguardo il corso di operatore di pasticceria che si è svolto nel 2015.

Relativamente al mancato svolgimento del corso menzionato e, quindi, secondo l’accusa, sulla fittizietà dello stesso, il PM si è soffermato sulla conversazione intervenuta tra il Perricone e la Cottone nel gennaio del 2015.

Perricone:… Operatore produzione pasticceria…

Cottone: Sono tre di Piana ed uno di Marsala però il corso è ad Alcamo…in Provincia di Trapani… arrivati a questo punto lo fai ad Alcamo…tanto non verrà mai nessuno di questi quattro…così problemi non ne abbiamo…solo che si deve girare per farli…però va bene…qua il problema non si pone di farli girare Pasquale… perché tanto appena io so che viene l’ispezione…Emanuele io ci vado e gli faccio firmare i registri…quindi… a Piana…devono venire?

Perricone: Perché una volta a settimana bisogna andarci e fargli firmare le carte…

Cottone: Per forza!… Anche se viene Emanuele?

La Cottone, interpellata dalla dottoressa Penna, ha affermato che non avrebbe mai messo firma sulla rendicontazione dei corsi non regolari. L’8 giugno del 2015, ha ricordato il pubblico ministero, i locali di via Goldoni sono stati perquisiti dalla guardia di finanza e messi sotto sequestro. Quindi, prima che la citata rendicontazione potesse essere effettuata.

Per la Procura, inoltre, Marianna Cottone avrebbe avuto anche un ruolo attivo anche nella gestione del corso organizzato dalla DAFNE Consulting Soc Coop, legalmente rappresentata da VitalbaPalmeri, e testimoniato da una conversazione intercettata in cui la Cottone riferisce a Pasquale Perricone la necessità di garantire l’effettiva presenza degli allievi per il giorno 27 aprile, data in cui si sarebbe svolto il controllo ispettivo da parte dell’Asta. Nella conversazione si comprende che quest’ultimo si fosse già attivato per contattare il suo collega omologo di Partinico per conoscere in anticipo le date fissate per lo svolgimento delle ispezioni in relazione ai corsi organizzati da Promosud Soc Cons Coop e Dafne Consulting Soc Coop nel comune di San Giuseppe Jato.

Successivamente, è iniziato proprio l’esame del funzionario del CPI di Alcamo, Emanuele Asta, da parte del pubblico ministero. Nello specifico, è stato affrontata ancora una volta la questione dei controlli dell’Avviso 1 del 2013, i cui corsi si sarebbero dovuti svolgere nel 2015 anche a San Giuseppe Jato, per l’appunto. Oggetto delle domande del sostituto procuratore sono state alcune intercettazioni del gennaio 2015, in cui l’Asta garantisce ai sodali di contattare Salamone, funzionario direttivo del Centro Impiego di Partinico.

Le conversazioni, secondo la Procura, dimostrerebbero inoltre l’esistenza di un continuativo accordo di corruttela in virtù del quale il funzionario del CPI di Alcamo avrebbe ottenuto l’assegnazione di incarichi lavorativi alla propria consorte quale controprestazione al compimento di atti contrari al proprio ufficio in favore delle società riconducibili all’ex vicesindaco di Alcamo.

Riportiamo di seguito uno stralcio del colloquio intercettato.

Perricone:…allora voi dovevate parlare della questione di Partinico?

Cottone: sì!

Perricone: di questa questione…Tua moglie quando può venire a…

Cottone: e pure per l’accademia, Pasquale…

Perricone: eh, pure per l’accademia…

Asta: ma io penso che per la prossima settimana può cominciare ad avvicinare…

Perricone: così cominciamo…

Asta: così comincia a vedere…

Perricone: il data base…

Cottone: a cominciare a chiamare…

Asta: a cominciare a chiamare qualcuno…

Cottone: poi, per quanto riguarda Partinico, dovresti parlare con Salamone (soggetto identificato dagli inquirenti in Salamone Vito Giovanni istruttore direttivo del Centro dell’impiego di Partinico) o con chi è che viene a fare le ispezioni, in modo che… noi lì abbiamo dei corsi attivi…per quanto riguarda l’ispezione ce lo fa sapere quando viene…come insomma…

Asta: certo!

Perricone: però è il caso di andarci a parlare Emanuele…

Asta: se no altrimenti ci telefono e gli dico che debbo andare lì…non è che gliele dico per telefono queste cose!

Perricone: nooo…

Cottone: ci vai a parlare…

Asta: no, non esiste!

Perricone: però parlargli in maniera tale che ci avvisi una settimana prima.

Asta: ora vediamo, ho capito! Ho capito che il discorso è questo!

Nel corso dell’esame del pubblico ministero, il funzionario del CPI di Alcamo ha dichiarato di non avere mai parlato con il collega di Partinico e di avere effettuato i controlli a sorpresa dei corsi organizzati da Dafne Consulting e Promosud. Tuttavia, sia il Perricone e che la Cottone avrebbero immaginato l’eventualità di questi, a suo parere, in quanto avevano avuto una discussione sull’obbligatorietà o meno dei controlli alcune settimane prima. Affermazioni in contrasto con quanto rilasciato nel corso dell’interrogatorio reso al PM nel 2016. Asta ha giustificato le sue precedenti dichiarazioni, fatte al momento della misura cautelare e diverse rispetto a quanto detto in Aula Giangiacomo Ciaccio Montalto, presso il tribunale di Trapani, come conseguenza di un momento non lucido, vissuto dal funzionario del CPI.

Asta, sempre secondo la Procura, avrebbe fornito dei consigli e rassicurazioni ai sodali Perricone e Cottone, nell’ambito della stessa discussione per l’attivazione di corsi OSS, utilizzando ripetutamente il pronome “noi”, fatto che dimostrerebbe la sua totale collusione e la piena adesione al programma criminoso portato avanti dall’associazione a delinquere capeggiata, per l’accusa, da Pasquale Perricone. Emanuele Asta ha spiegato che non vi sarebbe stata incompatibilità con il suo ufficio e che si trattava di un’attività formativa da svolgersi a pagamento e non finanziata dalla Regione. I corsi non sono mai stati realizzati. La prossima udienza è stata fissata per il 25 gennaio prossimo. Si svolgerà il controesame dell’avvocato Giovanni Alagna, difensore di Emanuele Asta.

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