In centinaia ieri sera a Marsala erano presenti per il presidio indetto dai centri anti violenza “La Casa di Venere” e Metamorfosi per manifestare contro la delibera approvata dal Consiglio comunale della città lo scorso 12 agosto riguardante l’istituzione di un “registro dei bambini mai nati”.
Il tutto è avvenuto nel rispetto delle normative anti-Covid che prevedono l’uso delle mascherine in presenza di assembramenti e il distanziamento che, nonostante i tanti presenti, è stato alquanto rispettato.
Una manifestazione che ha voluto informare sul registro dei bambini mai nati, come ci ha fatto sapere l’operatrice de La Casa di Venere, Caterina Martinez, che ha co-organizzato l’evento, sia dal punto di vista legale che medico. “E’ stato bello dopo tanto tempo rivedere una piazza piena, tutti lì per lo stesso intento – ci ha detto la Martinez -. Non vogliamo prestare il fianco a nessuno e per questo abbiamo fatto parlare, dagli scalini di Palazzo VII Aprile, il mondo dell’associazionismo e i professionisti, avvocati e medici, che ogni giorno operano nel settore della difesa dei diritti delle donne. Ecco perchè abbiamo scelto di non far intervenire nessuno dell’Amministrazione comunale di Marsala nè del Consiglio comunale o papabili candidati alle prossime elezioni comunali. Non vogliamo nessuna strumentalizzazione. Siamo scesi in piazza, donne e uomini, di tutte le età, per informare e per affermare i diritti delle donne. Inoltre ci opponiamo con forza alla delibera sul registro dei bambini mai nati approvata dal Consiglio comunale di Marsala e lo faremo tutti insieme, sia con mezzi di controllo e vigilanza che personalmente come associazioni eserciteremo, sia con mezzi legali, ricorrendo al Tar per l’abrogazione della delibera che, lo ricordo, essendo stata approvata dal Massimo Consesso Civico è subito esecutiva e neanche il sindaco può fare nulla in merito”.
Sindaco Alberto Di Girolamo peraltro, che è intervenuto sull’argomento con un lungo post sulla sua pagina Facebook, ha fatto sapere: “Ritengo che il tema dell’aborto sia un argomento di una delicatezza così estrema che nessuno ha il diritto di trattare frettolosamente, come è successo recentemente al Consiglio comunale della nostra città. A volte i consiglieri dedicano diverse sedute di Consiglio solo per approvare semplici atti, per i quali basterebbero pochi minuti, e su un tema così delicato non hanno invitato l’Amministrazione né hanno previsto una discussione articolata e il tempo per approfondire l’argomento. Detto ciò, io ritengo che il registro dei bambini mai nati non faccia altro che perpetuare il dolore di un genitore, di una donna, di una madre che, in ogni caso, ha fatto una scelta difficile, qualunque siano i motivi alla base di essa. Inoltre già adesso la legge prevede la possibilità di richiedere la sepoltura del frutto del concepimento: averlo reso obbligatorio rischia di colpevolizzare una scelta intima e dolorosa e di rinnovare per sempre il senso di colpa“.
Alla manifestazione erano presenti ed hanno detto la loro, oltre a Metamorfosi (con Anna Maria Bonafede) e al Centro Antiviolenza “La Casa di Venere”, presieduto da Francesca Parrinello, anche: l’UDI Trapani (intervento della regista Luana Rondinelli), il Comitato Pari Opportunità presso il Tribunale di Marsala (intervento dell’avvocato Adele Pipitone), l’Ande di Giuseppina Passalacqua, il Movimento Non una di meno (intervento di Giorgia Cappello), la Cgil Trapani (con la segretaria Antonella Granello), l’Arci Scirocco (con Simona Paladino), l’ANPI che è intervenuta con Pino Nilo, il Cif (con Mariangela Fratelli), il PD Palermo (intervento di Rosalba Bellomare che ha portato un messaggio da parte della fotografa e politica Letizia Battaglia), il PD Trapani (con Valentina Villabuona), l’Associazione Libera, Archè, la Libera Orchestra Popolare, Amici del Terzo Mondo, Storia Patria, Rifondazione Comunista (Davide Pastore), Fidapa, Arci Gay Palermo, Italia Viva provinciale.
Insieme alle diverse associazioni del territorio, fra cui il circolo Arci Scirocco, anche le femministe di “Non una di meno Palermo”. “Queste direttive sono approvate a poca distanza dalle nuove linee guida emanate dall’ISS sull’uso della RU486, quasi a ricordare che, dopo ogni vittoria conquistata con il supporto di dati scientifici, le donne debbano essere comunque attaccate su un piano etico e morale – fanno sapere dal movimento – Sostituire la dicitura scientifica “prodotto abortivo” con quella romantica di “bambino mai nato”, suggerisce l’idea che una donna che decide di abortire commette un omicidio anche nel caso in cui si tratti di un aborto spontaneo. Ecco che le donne che decidono di porre fine ad una gravidanza vengono colpevolizzate perché rifiutano il loro destino biologico rinnegando la dicotomia donna/madre. Allo stesso modo le donne che subiscono aborti spontanei vengono caricate della vergogna di non essere state in grado di diventare madri. L’ assurdità dell’istituzione di questi registri emerge anche dal fatto che le donne già avevano la possibilità per Legge di chiedere la sepoltura dei propri feti mai nati. Alla luce di questo è chiaro – affermano da Non una di meno – come l’introduzione dell’ obbligo abbia ragioni esclusivamente legate alla critica sul piano del giudizio morale“.
“Unico scopo è attaccare le donne, il nostro diritto all’ aborto e all’autodeterminazione in una regione come la Sicilia in cui l’ obiezione di coscienza raggiunge il 90%”, afferma Simona Paladino del circolo Arci Scirocco di Marsala.
“Dall’ emanazione della legge 194 le donne non hanno mai potuto abbassare la guardia.Ancora oggi, 42 anni dopo, il nostro diritto all’ aborto, alla salute riproduttiva, alla contraccezione gratuita non è scontato. Continueremo a scendere in piazza fino a quando questi diritti saranno riconosciuti, garantiti e tutelati“, concludono le donne di Non una di meno Palermo.