Vino e mafia,maxi sequestro di beni agli imprenditori Mezzacorona (Video)

Tiziana Sferruggia

Vino e mafia,maxi sequestro di beni agli imprenditori Mezzacorona (Video)

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venerdì 20 Marzo 2020 - 15:39

Si aggira intorno ai 70 milioni di euro il maxi sequestro di beni messo a segno stamane dalla Guardia di Finanza di Trento nei confronti di immobili e vigneti appartenenti alla famiglia di imprenditori vinicoli Mezzacorona. Secondo gli investigatori, il gruppo trentino famoso per la produzione di vini, in realtà, avrebbe riciclato denaro illecito proveniente dagli affari criminali di cosa nostra siciliana. I Mezzacorona sono i proprietari di circa 900 ettari di terreno coltivato a vigneti che si estendono fra le province di Agrigento e Ragusa. In modo particolare è finita nel mirino della DDA e della procura Nazionale Antimafia, la Cantina Feudo Arancio, dietro cui si nasconderebbe appunto la manovra di riciclaggio del denaro sporco. Secondo l’accusa, il gruppo trentino, circa 20 anni fa, fra il 2000 e il 2005, avrebbe acquistato i vigneti appartenenti ai cugini Nino ed Ignazio Salvo, i due imprenditori ed esattori di Salemi accusati di appartenere alla mafia e in seguito arrestati da Giovanni Falcone. Quando i due potenti cugini morirono, i loro beni vennero affidati ad un prestanome, Gian Luigi Caradonna, finito anch’esso nelle maglie della magistratura. I beni, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero stati in realtà gestiti dall’allora capo mandamento di Sambuca di Sicilia. Nell’indagine sono coinvolti anche un commercialista e un imprenditore, entrambi siciliani, quest’ultimo fornitore e socio di minoranza del gruppo trentino. Si tratta di Luca Rigotti, presidente del consiglio di amministrazione, Giuseppe Maragioglio e lo stesso Caradonna. “Gli indagati  hanno acquisito con denaro contante beni immobili in Sicilia pervenuti ai venditori attraverso il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso commesso dai propri danti causa”, scrive il gip Marco La Ganga nel suo provvedimento di sequestro. In una nota, il gruppo trentino Mezzacorona “respinge con forza gli addebiti e ribadisce la totale estraneità del Gruppo a collegamenti e attività mafiose in Sicilia. Abbiamo sempre agito correttamente e seriamente”

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