Il governo si sta preparando a un prolungamento oltre il 3 aprile delle disposizioni anti-Coronavirus messe in campo con il decreto dello scorso 9 marzo. I numeri dei contagi e dei decessi, purtroppo, lascia pensare che occorrerà buona parte del mese di aprile per superare l’emergenza. Così si fa strada l’ipotesi di rimandare a maggio (il 6?) la ripresa delle attività didattiche tradizionali negli istituti scolastici e nelle Università, come peraltro avevano suggerito gli esperti del comitato scientifico già ai primi di marzo. Fino ad allora, si procederà con la didattica a distanza, che dopo un inizio complicato sta gradualmente prendendo piede in tutto il territorio nazionale.
Anche il Ministro dello Sport Spadafora ha lasciato intendere che una data verosimile per la ripresa dei campionati possa essere il 3 maggio. Lo slittamento al 2021 degli Europei di calcio, peraltro, dovrebbe consentire di portare a termine i tornei nazionali e le coppe entro la fine di giugno o la prima decade di luglio.
Chiaramente, non è possibile fare ipotesi sulla graduale riapertura delle attività commerciali o del ripristino dei collegamenti, ma è verosimile che se ne possa ricominciare a discutere non appena il picco dei contagi potrà essere superato.
Sul fronte delle misure economiche per il superamento della crisi, ci si attende per i primi di aprile un secondo decreto. Rispetto al “Cura Italia”, il nuovo provvedimento dovrebbe comportare un impegno di spesa decisamente maggiore: “Non so dire attualmente – afferma Conte – se saranno 50, 70 o 100 miliardi di euro, ma di sicuro sarà il più grande provvedimento degli ultimi decenni in termini di semplificazione delle procedure e degli investimenti. Un’accelerazione mai vista prima negli investimenti pubblici”.
Non si esclude un’ulteriore stretta alle limitazione sugli spostamenti, chiesta in particolare da alcuni governatori regionali. Si parla di sospendere l’attività fisica all’aperto e di ridurre gli orari di apertura dei supermercati e della farmacie. Ad ogni modo, l’invito che continua ad arrivare da parte di tutte le istituzioni è di restare a casa quanto più possibile, limitando gli spostamenti a reali situazioni di necessità e urgenza.