Il suo nome è uscito per primo e con grande anticipo rispetto alla concorrenza. Per le amministrative del 2020, l’avvocato Diego Maggio è più che mai in campo, con l’ambizione di conquistare i consensi dei marsalesi e diventare sindaco della città. La sua lista è già a buon punto, così come l’idea di squadra assessoriale da cui intende farsi affiancare. “Penso a persone dotate di competenza specifica per il campo di cui andranno ad occuparsi, sarà la migliore giunta che Marsala abbia mai avuto”, afferma Maggio, che in queste settimane ha continuato la sua attività di promozione di Marsala e del suo vino con eventi pubblici tenutisi a Parigi e nelle Langhe. Allo stesso tempo, ha continuato a parlare con protagonisti della vita politica locale e della società civile. “Non sono andato a disturbare i consiglieri comunali in carica – sottolinea l’avvocato lilybetano – ma ho incassato diversi attestati di stima e tutti mi invitano ad andare avanti. Se prima ero già convinto, adesso lo sono di più”.
Considerato tra i padri fondatori del Partito Democratico, ricorda di essere stato persino invitato a far parte del comitato dei saggi, in vista della nascita del soggetto politico nato per unire, con alterne fortune, le varie anime del centrosinistra, dai cattolici attenti al sociale agli eredi del vecchio Pci. “Quando mi sono accorto di come stavano le cose mi sono allontanato”, sottolinea ancora Maggio, che a sua volta negli anni precedenti era stato tra i referenti sul territorio del movimento La Rete di Leoluca Orlando. Rispetto alla giunta Di Girolamo è invece sempre apparso piuttosto critico e anche nei suoi interventi più recenti non ha mai nascosto le proprie perplessità sull’operato dell’amministrazione in carica. Tuttavia, il suo progetto politico, improntato sul civismo, intende recuperare sia il mondo moderato, sospeso tra la convergenza verso il vecchio centrodestra e tentazioni autonomiste, e i delusi di sinistra, che in questi anni sono apparsi distanti dal gruppo dirigente che ha guidato la città a partire dal 2015. Un’area ampia a cui, inevitabilmente, sono tanti a guardare con estremo interesse.
Sui social, in qualche occasione, gli si rimprovera un certo protagonismo, che ha fatto spesso girare il suo nome a ridosso delle campagne elettorali. “Ma il fatto vero – precisa Maggio – è che non mi candido da 23 anni. L’ultima volta fu nel 1996, quando sfiorai l’elezione al Senato”. Nel mezzo, una lunga esperienza da dirigente alla Provincia di Trapani che vorrebbe mettere al servizio della città. “Rispetto ad altri candidati, ho il vantaggio di non dover farmi spiegare le delibere. Perchè alla Provincia ero io a scriverle”. Infine, una consapevolezza: “La situazione marsalese è seguita con grande attenzione dalla politica regionale, perchè è il Comune siciliano più importante tra quelli che andranno al voto nel 2020”.