“Terra calda” di Francesca Ferragine: recensione

redazione

“Terra calda” di Francesca Ferragine: recensione

Condividi su:

lunedì 15 Luglio 2019 - 17:54

Dietro ogni libro c’è sempre uno stimolo autobiografico. D’altronde come si potrebbe lasciar fuori dalle righe la propria Weltanshauüng? Il romanzo Terra Calda di Francesca Ferragine è uno scrigno, proprio come la madia di cui si parla nel racconto, che si apre e inaspettatamente e rivela pagina dopo pagina l’imprevedibile storia di una donna. L’idea è nata probabilmente dal desiderio dell’autrice di voler coniugare il vissuto di Francesca, la protagonista, con la realtà della terra in cui ella ha vissuto da fanciulla, un contesto che l’ha plasmata e l’ha resa così come è oggi. La scrittrice ha scelto di fare ciò dando voce ad un uomo, il suo amore, che ripercorre la loro storia, mentre aspetta nell’appartamento di lei. Lo stesso uomo che, dopo una lunga vana permanenza, trova e legge un manoscritto di Francesca, quasi un diario di episodi della sua infanzia, rinvenuto nella madia a lui rimasta inaccessibile per molti anni.

Il libro della Ferragine consta di due parti, la prima riguarda l’attesa, permeata dei ricordi positivi e negativi della loro storia d’amore, la seconda è costituita dalla lettura del carteggio contenuto nella madia. La scrittrice nella narrazione si avvale delle tre unità aristoteliche, di tempo di luogo e di azione, tutto si svolge durante il pomeriggio nella casa di Francesca, in cui l’amato aspetta impazientemente il suo arrivo ed è sommerso da sentimenti forti e contrastanti. Con un continuo rimando ai ricordi, egli analizza se stesso e il suo comportamento, che a volte è stato aggressivo, ma adesso è pentito e ha dei rimorsi, perciò pensa al modo migliore di accoglierla al suo arrivo per esprimere finalmente i veri sentimenti che lo legano a lei, un profondo amore e una irresistibile voglia di averla come amica, compagna, complice oltre che amante. Sentimenti che mette a fuoco e rinforza nell’attesa di lei ripensando ai loro momenti magici e ricordando particolari della loro vita insieme. L’eros delicato e spesso sottinteso con cui riporta in vita episodi del passato, la descrizione di questa donna dall’abbigliamento originale, della sua passione per lui, della sua capacità di tenere in vita l’amore che li unisce come se fosse sempre il primo giorno, tutto ciò lui non se lo spiega, non sa perché Francesca sia così, ma gli piace e sa di non potere fare a meno di lei.

Solo quando legge avidamente il manoscritto con i ricordi, solo allora gli si apre un mondo inaspettato e incredibile, uno stupore continuo e quasi come per una catarsi riesce finalmente a trovare il modo per esprimere ciò che realmente prova. La scrittrice alterna come con una moviola ricordi con racconti, con frasi e pensieri vissuti nei giorni di frequentazione dei due innamorati, arricchisce il racconto con metafore oniriche che danno enfasi alle descrizioni dei particolari della vita dei due amanti, « cercavo i suoi occhi che guardavano i miei pensieri » confessa lui a se stesso. La trama del libro è avvincente, invita a farsi leggere, non si vorrebbe mai interrompere per scoprire il seguito capitolo dopo capitolo, ed ecco che arriva il finale e la meraviglia pervade il lettore.

Maria Grazia Sessa

Condividi su: