Mancano pochi giorni alla fine delle attività scolastiche. Per molti studenti della provincia di Trapani, per una volta, il pensiero non si concentra tanto sull’ultimo giorno di scuola di quest’anno, ma sul primo dell’anno prossimo. Gran parte della popolazione scolastica degli istituti superiori, infatti, non sa ancora in quali locali (e secondo quali orari) dovrà recarsi il prossimo 12 settembre, giornata di rientro dalle vacanze estive secondo il calendario scolastico approvato dalla Regione Siciliana. Com’è noto, lo scorso 17 dicembre il Libero Consorzio Comunale aveva approvato una delibera, a firma del Commissario Raimondo Cerami, riguardante il recesso dai contratti di affitto degli istituti secondari superiori della provincia di Trapani. A Marsala, la delicata situazione tiene con il fiato sospeso 1275 alunni, dislocati in immobili di proprietà dei privati (che ospitano 56 classi, 20 laboratori e numerosi uffici amministrativi), per i quali l’ex Provincia Regionale di Trapani pagava 577.065, 02 € l’anno. Un esborso che, come per altri istituti e sedi staccate di Trapani, Erice, Mazara, Campobello, Castelvetrano e Valderice, il Libero Consorzio non potrà più sostenere.
Durante l’inverno, a fronte della mobilitazione degli studenti c’erano state promesse e rassicurazioni da parte del mondo politico locale e regionale per trovare soluzioni adeguate e salvaguardassero il diritto allo studio. Allo stato attuale, però, le novità attese non sono arrivate e, in mancanza di fatti nuovi, dovrebbe verificarsi lo scenario preannunciato a dicembre dalla delibera del Commissario Cerami, con doppi turni in via Falcone per 6 classi del Liceo Pascasino (che non potrebbe più disporre dei locali in affitto in via Vaccari, dove si trova anche l’aula 2.0); turni pomeridiani presso la sede centrale per 8 classi del Liceo Classico attualmente in locazione in via XI Maggio; si trasferiranno all’ “Abele Damiani” 16 classi dell’Istituto Tecnologico, attualmente in affitto in via San Giovanni Bosco, presso i Salesiani; la succursale di Strasatti dell’Agrario dovrebbe andare nei locali comunali di Pastorella, mentre 20 classi del Commerciale di via Trapani si divideranno tra la facoltà di Enologia e la sede centrale di via Fici. Il Libero Consorzio aveva chiesto alla Regione di intervenire economicamente con uno stanziamento di 2 milioni di euro per scongiurare questo scenario di estremo disagio per gli studenti del trapanese, avviando al contempo appositi tavoli tecnici con i Comuni per studiare soluzioni condivise. Il tempo, però, adesso stringe e l’inizio del nuovo anno scolastico si avvicina, alimentando ansia e preoccupazione tra i ragazzi.
“Una politica sana – sottolineano Salvatore Lo Faso, Giuseppe Abate, Monica Genco ed Evelina Genco della Rete degli Studenti Medi di Marsala – avrebbe dovuto investire sulla realizzazione di nuove scuole. Invece, si è preferito arricchire i privati con gli affitti, finchè la situazione è diventata insostenibile per i conti pubblici”. Gli studenti non hanno intenzione di accettare il piano dei doppi turni che è stato loro prospettato, ritenendolo non rispettoso del diritto allo studio previsto dalla Costituzione e penalizzante per tutti coloro che in orario pomeridiano portano avanti con sacrificio altre attività formative, sia a livello artistico che sportivo. Argomenti che sono stati esposti con determinazione nel corso della mobilitazione di cui le scuole marsalesi sono state protagoniste nei mesi scorsi. “In quell’occasione abbiamo ricevuto rassicurazioni dall’amministrazione, dal presidente del Consiglio Enzo Sturiano e dal consigliere comunale Giovanni Sinacori. Il sindaco aveva parlato di un incontro con Lagalla, Sturiano di un tavolo tecnico a cui avremmo partecipato, mentre Sinacori ci ha detto che ci avrebbe accompagnati a Palermo per un incontro con la Regione. Nulla di tutto ciò si è realizzato”. Anche per questo, la Rete degli Studenti Medi avrebbe voluto organizzare un altro corteo. “Lo avevamo previsto per il 30 maggio, ma non c’è stata la necessaria adesione”. La delusione e la rabbia, però, non sono venute meno e l’intenzione è di tornare alla carica fin dall’inizio del nuovo anno scolastico, con azioni di protesta destinate ad arrivare anche all’attenzione dei media nazionali.