Nei giorni scorsi l’Istituto comprensivo “Gesualdo Nosengo” di Petrosino, diretto da Giuseppe Inglese, è stata organizzata nell’ambito delle attività di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva, una conferenza con l’onorevole Piera Aiello per la presentazione del suo libro “Maledetta mafia. Io, donna, testimone di giustizia con Paolo Borsellino”, scritto con Umberto Lucentini, giornalista e biografo di Paolo Borsellino.
All’incontro, hanno partecipato l’assessore all’istruzione Federica Cappello, il comandante D’Incerto della Stazione dei Carabinieri di Petrosino, il comandante della Polizia municipale Giuseppe Pace, gli atleti Marcella Librizzi e Valerio Trombetta. Piera Aiello ha commosso la platea con l’emozionante racconto della sua vita: dal forzato matrimonio con Nicola Atria, figlio di un boss mafioso di Partanna, ucciso a 27 anni per mano della mafia, alla scelta di ribellarsi a quel mondo e quella cultura che non le apparteneva e che non accettava, denunciando chi ha ucciso il marito. Da quel momento, Piera per 28 anni, vive lontana dalla sua terra, dalla sua casa, dai suoi cari, fino alla decisione, nel 2017, di scoprire il suo volto con la candidatura con il Movimento 5 Stelle la successiva elezione al Parlamento.
Accorato il ricordo di Rita Atria, cognata e amica, anche lei collaboratrice di giustizia, suicida a 17 anni, e di Paolo Borsellino, lo “zio Paolo”, come Piera chiama il magistrato ucciso dalla mafia. “Solo insistendo sui valori fondamentali del nostro vivere civile – ha concluso il dirigente Giuseppe Inglese – possiamo svolgere fino in fondo il nostro compito di educatori e di amministratori rispettoalle nuove generazioni e contribuire alla costruzione di una società libera da ogni forma di violenza
e di mafia”.