Il numero dei votanti e il nome del vincitore appena uscito dalle urne, costringe il Pd a fare i conti con il suo futuro immediato. L’impressione è quella che Nicola Zingaretti sia stato chiamato a chiudere definitivamente l’età renziana. Non ci giureremmo, ma secondo gli analisti esperti e i conoscenti delle cose del partito, la direzione intrapresa dovrebbe essere quella. Non lo attesta soltanto il numero dei partecipanti alle primarie, andati oltre ogni aspettativa, ma la percentuale dei voti con cui gli elettori, a e tra questi anche i dirigenti di base del partito, si è espressa a suo favore.
Eppure il nuovo segretario si troverà a gestire una linea politica in dissenso con i gruppi parlamentari, totalmente figli delle scelte del leader oggi “rinnegato”. Ma prima ancora dovrà esercitarsi alla lavagna, tenere corsi serali di aggiornamento professionale, diciamo così: dovrà far scoprire al suo partito la parola sinistra e dare a questa parola il senso che merita, recuperarla dalla soffitta dove forse era stata riposta, e restituirle la reputazione che ha perduto. Difenderla dal dileggio, non so se ci capite, di tipo elettorale, che ha subìto negli ultimi tempi. Comunque la pensiate, se ci gioite o vi dispiace, se la destra è così forte in questo nostro Paese è perché la sinistra è evaporata, si è alzata in cielo e si è fatta nuvola. Zingaretti non dovrà quindi solo dire qualcosa di sinistra, ma, dopo aver spiegato bene come essa si debba tradurre nelle scelte quotidiane, anche fare qualcosa di sinistra. Proviamo a dare qualche suggerimento? Anche se non interessa ad alcuno, noi ci proviamo. Non pappiamo se esista ancora la segretaria nazionale come istituzione all’interno del PD. Poniamo che esista. Chiami a farne parte gli altri suoi competitor, non Martina e Giachetti e neppure Boccia, ma Dario Corallo e Maria Saladino, militanti che si sono spesi al primo turno ma che hanno una solida tradizione familiare e personale, per quanto giovani, alle spalle. E con loro professionalità e professioni da indicare anche per le prossime scadenze elettorali.
Ci piacerebbe vedere “imposti” dal neo segretario come candidati da eleggere alle prossime elezioni europee, un abitante campano dalla terra dei fuochi, una donna vittima di femminicidio, docenti universitari ed artigiani del nord est, disoccupati e cervelli in fuga, scienziati e operai tutti assieme per portare a Bruxelles la vera Italia. Caro Zingaretti, glielo diciamo più per Noi che per Lei: serve gente capace e, se non irrita troppo, persino onesta.