La storia della navigazione del Mediterraneo risalirebbe a 9000 anni fa e non più a 7000, come condiviso dalla comunità degli archeologi preistorici. A stabilirlo, una recente scoperta fatta all’interno della Grotta del Tuono, sull’isola di Marèttimo, dove la datazione di un cervo fossile e di resti di cibo, costituiti da patelle ferruginea farebbero risalire le prime rotte non più al Neolitico, ma al Mesolitico.
La scoperta, che rivoluziona la storia della navigazione del Mare Nostrum, è stata illustrata martedì mattina a Palazzo Milo, a Trapani, in occasione del convegno “Marèttimo – Isola Sacra fra Mare e Monti”, promosso dall’Associazione C.S.R.T. “Marèttimo”.
“La stessa datazione al Carbonio 14 rilevata tra il dente del cervo fossile e la patella ferruginea, ovvero circa 9000 anni fa – ha spiegato Fabrizio Antonioli, Dirigente di Ricerca ENEA – ci fa ipotizzare che i mesolitici partivano dalla terraferma, con imbarcazioni rudimentali, e arrivavano a Marèttimo per cacciare cervi, stazionavano qualche giorno e poi facevano ritorno. Testimonianza che le navigazioni esistevano già duemila anni prima”.
A dare il via alla ricerca è stata la guida alpina Jacopo Merizzi, protagonista del ritrovamento del prezioso deposito fossile. “Ero a Marèttimo, in acqua, mi sono arrampicato in parete e ho notato un ripiano. Lì c’erano due tibie. Pensavo fosse una sepoltura ritualizzata. Poi abbiamo scoperto che si trattava di un cervo di 8700 anni fa”.
Sull’importanza della ricerca scientifica è intervenuto l’assessore regionale dei Beni culturali Sebastiano Tusa, che ha voluto puntualizzare quanto siano decisivi i rapporti sinergici per raggiungere traguardi importanti: “C’è ancora molto da fare sul piano della ricerca. Il nostro impegno è di agevolarla attraverso la collaborazione tra istituzioni, università, fondazioni, enti italiani e stranieri. La cooperazione internazionale e l’interdisciplinarità sono le carte vincenti per ottenere risultati di grande rilievo”.
A tal proposito, anche il Soprintendente per i Beni culturali di Trapani, Riccardo Guazzelli, ha ribadito l’importanza della collaborazione, che sarà messa in campo anche per un’iniziativa ufficializzata proprio in occasione del convegno: la creazione di due antiquaria a Levanzo e a Marèttimo per ospitare due dei numerosi rostri rinvenuti nell’area che fu teatro della Battaglia delle Egadi, oggi custoditi nell’ex-Stabilimento Florio di Favignana. “La Soprintendenza, insieme al Polo Museale di Trapani, cercherà nel più breve tempo possibile di inaugurare le due strutture”.
Emilio Milana si è invece soffermato su un’interessante ipotesi in merito alla “Sacralità dell’Isola”.
L’incontro è stato anche un’occasione per parlare di alpinismo e trekking a Marèttimo. E’ stato infatti proiettato un trailer del docufilm “suttu u picu ru suli” di Fabrizio Antonioli, che racconta, attraverso interviste e riprese in tutta la Sicilia, la storia dell’alpinismo nella regione a partire dagli anni ’30. “L’alpinismo e il trekking sono un importante volano di promozione per quest’isola – ha dichiarato il sindaco di Favignana – Isole Egadi Giuseppe Pagoto. Come amministrazione continueremo a supportare organizzatori, operatori turistici, residenti e appassionati in questo percorso di valorizzazione del territorio”.
Soddisfatto per l’esito positivo del dibattito scientifico a Palazzo Milo il presidente dell’Associazione C.S.R.T. “Marèttimo” Vito Vaccaro: “Un giorno importante, perché si sono gettate le basi per iniziative che porteranno ancora più lustro all’isola di Marèttimo e, più in generale, alle Egadi”.
Sport