Prima un esposto alla Procura della Repubblica di Ravenna, poi un’interrogazione in Consiglio comunale e la minaccia di ricorrere al Provveditorato agli Studi. “Quei ragazzi sono stati indottrinati da un’insegnante evidentemente pro migranti”. Lo hanno scritto i leghisti di Faenza ridente cittadina, come si diceva una volta, in provincia di Ravenna. Ma da ridere c’è davvero poco. La “colpa” dei maturandi del liceo “Torricelli-Ballardini” è stata quella di avere citato nei loro compiti d’esame un articolo della costituzione, precisamente il secondo che recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…”. “Vedremo hanno aggiunto ancora i leghisti romagnoli – se nel valutare le prove d’esame verranno premiati per questa loro strumentalizzazione”. A noi questa dichiarazione è suonata come una minaccia (un avvertimento, va) nei confronti degli insegnanti che debbono giudicare gli studenti faentini. Forse a questi politici della Lega che è anche il partito del neo ministro alla pubblica istruzione Marco Bussetti (a proposito, che ne pensa?), sfugge che giovani giunti all’esame di maturità a conclusione di un ciclo di studi possono avere loro idee, il conseguente diritto di giudicare e di esprimersi. Forse non sanno che la Costituzione (art. 33) sancisce la libertà di insegnamento quale prerogativa individuale dei docenti? Che riferirsi alla Costituzione e pretenderne il rispetto non è un atto politico di parte, ma il dovere di ogni cittadino della Repubblica, ministri compresi? L’aver messo le mani sul governo sta dando ad alcuni politici e ai loro sodali locali, un senso di onnipotenza: si ritengono in potere di bacchettare chi la pensa in altro modo? A Faenza, come in tutta Italia, ci sono tante persone che provano compassione per l’umanità sofferente che bussa alle nostre porte fuggendo da guerre, fame e malattie. Tante che, in silenzio, spendono tempo ed energie in azioni di solidarietà verso gli ultimi. Tante che avvertono il rischio di precipitare in un mondo in cui l’egoismo e l’odio prevalgono sui valori di civiltà e di uguaglianza. Noi, che abbiamo più volte scritto che i migranti li accoglieremmo tutti e non ci stancheremo di ripeterlo, stiamo dalla parte dei ragazzi del “Torricelli-Ballardini” e dei loro insegnanti. Anzi li ringraziamo. Finché ci saranno giovani come loro, finché ci sarà una scuola che educa liberamente ai sentimenti positivi e alla cultura del rispetto e del diritto, la speranza di un Paese migliore continuerà a vivere, forte e insopprimibile. Citiamo davvero poco, in queste nostre note, affermazioni e detti di personaggi e politici del passato, ma stavolta facciamo uno strappo. Ci riconosciamo in quanto disse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini rivolgendosi agli italiani nel messaggio di fine anno nel 1978: “Io sono orgoglioso di essere cittadino italiano, ma mi sento anche cittadino del mondo, sicché quando un uomo in un angolo della terra lotta per la sua libertà ed è perseguitato perché vuole restare un uomo libero, io sono al suo fianco con tutta la mia solidarietà di cittadino del mondo”.
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