Vito Cimiotta assolto dall’accusa di voto di scambio

redazione

Vito Cimiotta assolto dall’accusa di voto di scambio

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lunedì 25 Giugno 2018 - 13:28

Il consigliere comunale marsalese Vito Cimiotta è stato assolto dall’accusa di voto di scambio. E’ stata pronunciata questa mattina, dal giudice Lorenzo Chiaramonte, la sentenza che conclude il processo di primo grado che si è celebrato presso il Tribunale di Marsala.
Avvocato penalista, eletto per la prima volta in Consiglio comunale nel 2015 con la liste del Pd a sostegno del candidato sindaco Alberto Di Girolamo, Cimiotta ricopre anche l’incarico di presidente della Commissione Bilancio e Finanze. Il 34enn consigliere comunale lilybetano era finito sotto processo proprio per una vicenda relativa alla campagna elettorale di tre anni fa, a proposito di una possibile promessa di assunzione presso il punto ristoro dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.
Nel corso della precedente udienza del 5 aprile di quest’anno, il difensore di Cimiotta, l’avvocato Stefano Pellegrino, aveva prodotto una pec dell’impresa Vivenda dove la stessa assicura di non aver mai avuto pressioni per eventuali assunzioni per un posto di lavoro in un centro di ristorazione da aprire presso l’ospedale “Paolo Borsellino”, né di aver mai avuto contatti di alcun tipo con Cimiotta. Alla luce di ciò, il giudice Lorenzo Chiaramonte, aveva accolto la richiesta del difensore dell’imputato ritenendo, alla luce della pec prodotta, superata l’audizione del teste.
Nell’odierna e conclusiva udienza, anche il pubblico ministero Silvia Facciotti aveva chiesto l’assoluzione di Cimiotta, avvenuta con formula piena “perchè il fatto non sussiste”.
“La vicenda – commenta l’avvocato Stefano Pellegrino – è stata riportata nelle opportune e giuste dimensioni, relative ad un agone elettorale del tutto ordinario. Non si trattava di promesse di lavoro, ma di discussioni tra amici che si trovavano in fazioni contrapposte. Non c’è stata alcuna corruzione elettorale, come evidenziato anche dal pm, che ha mostrato massima correttezza, professionalità e lealtà, attenendosi alle prove emerse in sede dibattimentale”.

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