Ieri pomeriggio, presso la sala Giunta del Comune di Trapani, si è insediato il nuovo sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, accolto dal segretario generale Raimondo Liotta e dal capo di gabinetto Rita Scaringi. Dopo un breve incontro con i giornalisti, si è proceduto a formalizzare l’insediamento. Il sindaco con proprio decreto ha nominato i componenti della sua giunta, che al momento attuale restano tre: Vincenzo Abbruscato, Andreana Patti e Antonio Marco Romano. Non è stato finora comunicato chi ricoprirà la carica di vicesindaco (verosimilmente, però, toccherà ad Abbruscato). Ai suddetti componenti della compagine assessoriale sono state anche assegnate anche le relative deleghe.
Vincenzo Abbruscato: Affari generali -Organizzazione e gestione del personale – Appalti e contratti – Servizi demografici – Servizi alla persona: Pubblica Istruzione, Sport Turismo Spettacoli e Cultura; Servizi Sociali e politiche giovanili e del lavoro, Ente Luglio Musicale e Biblioteca Fardelliana – Rapporti con il Consiglio Comunale
Andreana Patti: Urbanistica – Suap – Commercio e attività economiche – Servizio Patrimonio – Servizio Tutela del territorio e abusivismo edilizio – Politiche Comunitarie e programmi di sviluppo territoriale – Cooperazione Internazionale – Affari Legali e Pari Opportunità
Antonio Marco Romano: Servizi per le Opere Pubbliche – Servizi di manutenzione immobili comunali strade e marciapiedi – Ambiente e servizi cimiteriali (Trapani Servizi e SRR) – Difesa animali – Servizio Idrico Integrato – Illuminazione pubblica – Servizio Tutela ambientale – Servizio Espropriazioni
Il sindaco Giacomo Tranchida si è riservato di trattenere le seguenti deleghe: Servizi finanziari e tributi – Servizio economato e provveditorato – Servizi società partecipate e controllate – Servizi Polizia Municipale e Protezione Civile – Quartieri e Frazioni – ATM.
Nel corso della cerimonia di insediamento, Tranchida ha anche risposto alle domande dei giornalisti.
Sulle principali priorità che andranno affrontate nelle prossime settimane: “Non c’è la bacchetta magica, c’è tanta voglia di fare. Non essendo nato e cresciuto a Trapani, per me è un onere doppio. Come mi ha detto qualcuno, me la sono scelta. E’ duplice dunque il dovere di prestare impegno ed energia. Le pratiche aperte sono quelle sui rifiuti, sui bandi, c’è un ragionamento da fare sulla burocrazia, capire perchè le pratiche sui servizi sociali sono rimaste bloccate nei cassetti a fronte di tante famiglie in difficoltà. Poi c’è da capire la questione del cimitero, vedremo se riusciremo a dare una struttura dignitosa. Ridare luce a qualche frazione, qualche quartiere. Poi ci sono alcuni punti strategici: la questione dell’aeroporto, ne ho parlato con Orlando, che si è detto disponibile ad allargare il polo aeroportuale della Sicilia Occidentale anche a Lampedusa e Pantelleria. C’è un punto su cui entrambi siamo d’accordo: l’hub non è la stazione aeroportuale, ma il territorio. Bisogna aprire un tavolo con la Regione per scindere il servizio di trasporto pubblico da quello turistico. Sul Porto si gioca una partita da 52 milioni di euro, il governo della Regione sta riflettendo se devono essere una o due le zone economiche speciali. Pensiamo che il sistema portuale della Sicilia Occidentale – Termini Imerese, Palermo, Trapani e magari la provincia di Agrigento – è una partita che dobbiamo giocarci”.
A proposito della possibilità di collaborare in misura maggiore rispetto al passato con gli altri Comuni: “C’è un territorio che va in dismissione. Se l’aeroporto va giù, ci sono problemi terribili. Se il porto non decolla, c’è una risorsa in meno che invece può essere straordinaria, su altri servizi si può fare economia di scala. E’ ovvio che si fa un ragionamento di sistema, l’idea è quella di costruire ponti, non di alzare muri”.
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