Imbrigliato, raggirato, ingannato e ridicolizzato. Così è apparso l’Adamo Incatenato portato in scena al Baluardo Velasco di Marsala, lo scorso sabato, dall’attore marsalese Giuseppe Di Girolamo. Il primo vero monologo per l’attore di Teatron, guidato anche qui dal regista Salvo Ciaramidaro che ha ricevuto l’input a rappresentare il testo del drammaturgo Gianni Hott, dal regista Mario Mattia Giorgietti. Un monologo difficile da rappresentare perchè la privazione dei movimenti deve essere compensata, così come è stata, con la forza delle parole, della mimica, delle canzoni. Perchè la musicalità è stata la carta vincente dello spettacolo, con le sue parole storpiate e deliranti, a mostrare una follia che si insinua subdola nel Giuseppe/Adamo attirato dalla mantide religiosa Eva in un gioco sessuale e crudele.
La donna assente sulla scena aleggia come una presenza infida che prende coscienza di avere il coltello dalla parte del manico. “L’Adamo Incatenato” è quasi un antieroe, sputa veleni e sentenze quando sente vicina la putrefazione di corpo e mente. E’ un pusillanime. Ma anche una vittima… vittima non della sua Eva che si vendica, ma di una società patriarcale che lo ha partorito uomo facendolo maturare con preconcetti come se “fossero dovuti”. “Cos’ho fatto per meritarmi questo?” sembra gridare Adamo, lui che i regali non li ha fatti mai mancare alla sua donna. No Adamo, non sono i regali quelli che Eva vuole. Ma il rispetto, l’amore, la stima. Qualità che si conquistano con piccoli sforzi reciproci per mettere a tacere, una volta per tutti, questa inutile guerra dei sessi… dal finale inedito e bizzarro, che strappa anche un sorriso di compassione.