“Villa Sofia” a Palermo: colpi di casco ad un medico perché ha ritardato, sembra di pochi minuti, la visita ad un congiunto dell’assalitore che dopo averlo preso a male parole, lo ha colpito ripetutamente con un casco (era giunto in moto a sostenere il parente ferito?). Nuova aggressione in ospedale a Palermo, stavolta il caso è scoppiato al Civico, dove il padre di un neonato ha picchiato quattro medici dopo la morte del piccolo, che era stato operato subito dopo la nascita a causa di una grave forma di tumore. Uno dei medici aggrediti ha riportato un trauma cranico. Una dipendente dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, in servizio all’ufficio “anagrafe assistiti” del presidio di Carini, è stata brutalmente aggredita da un utente, che non era malato neppure in attesa di cure, ma cercava risposte burocratiche. La donna, mentre gli stava fornendo informazioni nella sala d’attesa dell’ufficio è stata spinta a terra, trascinata per i capelli e colpita violentemente con calci e pugni. Soccorsa dai colleghi, è stata trasportata a bordo di un’ambulanza del 118 prima al presidio territoriale di Carini e poi al pronto soccorso dell’ospedale di Partinico. L’uomo, un vigliacco, si è dileguato e sulle sue tracce, adesso, ci sono i carabinieri del comando di Palermo. Qualche giorno prima un’infermiera era stata aggredita a Partinico da una donna, poi tratta in arresto (non lo sappiamo, ma ci scommetteremmo che adesso è in stato di libertà). Solo sfogliando i giornali sulle pagine di cronaca, potremmo continuare. Sappiamo di violenze nei posti di guardia medica dove si presentano in orari notturni individui, spesso tossicodipendenti, in cerca di soldi o di cure palliative. Non ottenendoli, giù botte e a volte anche violenze a sfondo sessuale. Gli ordini professionali dei medici si lamentano, chiedono incontri (alla Regione, che da noi è competente per materia). A volte li ottengono e come ci hanno spiegato, alle loro proposte di rendere più sicuri i posti di guardia medica e di pronto soccorso con presenza stabile di forze dell’ordine, ricevono generiche promesse. Poi gli assessori corrono a preparare un comunicato stampa dove si annuncia l’apertura di un nuovo reparto in un ospedale. L’altro giorno un servizio del tg di la7 spiegava che tra le concause per cui nel giro di dieci anni diminuiranno i medici nelle strutture pubbliche, c’è quella della mancanza di sicurezza. Nei reparti una volta si aveva paura di contrarre malattie dai pazienti, ora si ha il terrore di buscare botte dai loro parenti. Noi non tifiamo per nessuno e conosciamo l’esasperazione che colpisce la gente in attesa ore e ore nei pronto soccorso. Ricordiamo che una volta l’aspirazione delle famiglie era di avere un figlio dottore che in camice bianco visitasse i pazienti magari in un ospedale importante, e che il sangue nel camice fosse quello degli assistiti. Oggi e’ il loro… dopo le botte.
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