L’8 marzo, da qualche tempo a questa parte, viene commemorato, oltre che per difendere i diritti della donna, per cercare di risolvere il grave problema della violenza e dei troppo frequenti femminicidi. Ma, per una volta, lasciamo stare, senza ovviamente mai trascurare questo doloroso argomento e parliamo della donna in musica. Le donne si son sempre sapute muovere con garbo e sono sempre state coriste e ballerine, fattori legati alla musica e sono state grandi ispiratrici di componimenti da parte degli uomini musicisti e, soprattutto, grandi interpreti poco conosciute, perchè la donna è sempre stata messa da parte nel sociale (si parla di un primo direttore d’orchestra donna alla Scala con Susanna Malkki nel 2011).
Nell’antica Grecia le donne danzatrici e coriste furono apprezzate, ma mai evidenziate e rese partecipi a riconoscimenti come lo furono gli uomini. Da tempi remotivi suonavano l’aulos (una sorta di flauto), il barbitas o arpa, le conosciute psialtrai da psalla=pizzicare le corde con le dita. Sorelle, mogli o donne amate hanno contribuito nella musica da sempre. Mozart, Mendelssohn, Schumann e tanti altri musicisti hanno tra le loro composizioni anche pezzi scritti da figure femminili; pur se vivevano all’ombra di grandi uomini, le donne componevano per amore e per necessità. La musica è donna, donne sono le muse, donna è S.Cecilia protettrice dei musicisti. Le donne sono attive da sempre nel campo della musica colta d’Europa occidentale, hanno creato e interpretato, condividendo linguaggi e sistemi teorici coi colleghi uomini, la fondazione Adkins Chiti, cioè Donne in Musica, nata nel 1978, che lavora affinchè la donna sia inclusa nei programmi scolastici e universitari e si diffonda quindi l’arte delle compositrici di ieri e di oggi: così, scorrendo nella ricerca, si sono trovati circa 400 nomi. Diverse donne sono state eccellenti interpreti. Maria Anna Mozart, detta Nannel, fu un’abile suonatrice di clavicembalo e piano, scrisse anche dei brani apprezzati dal tanto famoso fratello. Una buona compositrice fu Teresa Agnesi, ben nota nella Lombardia austriaca, ed Elena Viscontini insieme al suo maestro Benedetto Negri del collegio delle fanciulle di Milano. Alcune suore del convento di Santa Chiara a Napoli, del convento di S. Redegonda di Puglia e del Camaldolese di Bologna (sec.800 circa) furono delle abili interpreti di brani propri e di autori illustri. Una bella pagina di musica non avrebbe effeto e risonanza senza la buona interpretazione, la pagina scritta è solo una componente parziale del prodotto artistico ma è nell’esecuzione diretta che si rivela la linfa vitale del suono.
La musica entrò ufficialmente nel dibattito dell’Associazione culturale delle emancipazioniste del 1908, anno del primo congresso nazionale delle donne italiane. Il direttore del conservatorio di Milano Antonio Bazzini, scrivendo al collega Giuseppe Martucci, discuteva se ammettere le donne a frequentare il conservatorio alla pari. La poetessa Carlotta Ferrari da Lodi (1830) ottenne risultati positivi nonostante feroci critiche perchè donna. Una tra le prime direttore d’orchesta oggi è Speranza Scappucci, nata a Roma nel 1973, che è stata all’Opera Royal e Wallome-Liegi, al Regio di Torino e all’Opera di Roma. Ha passato 9 anni a fianco di Riccardo Muti. E’ una delle 21 donne direttore d’orchestra contro 586 uomini.
“La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”, diceva J.S. Bach, perchè la musica crea stimoli, fa bene al cervello e migliora i sentimenti. La musica è un amico che sa confortare e c’è sempre al momento del bisogno. Non c’è musica senza silenzio e non esiste musica senza una buona colonna sonora. I ragazzi che studiano musica a scuola hanno un miglioramento in tutte le materie.
Schumann diceva: “Suonate sempre con l’anima, senza entusiasmo non si compone nulla di grande, sia che si tratti di musicisti o di musiciste”.
Oggi c’è un progetto portato avanti da Fiorella Mannoia e Loredana Bertè a cui si sono associate la Nannini, Patty Pravo, Grandi, Fornaciari ed altre che hanno programmato un concerto insieme con un totale di 32 brani per cercare di lottare contro la violenza che spesso viene associata all’amore. Il progretto è stato creato per raccogliere fondi a sostegno dell’associazione D.I.R.E. (Donne in Rete) dei 77 Centri antiviolenza presenti in Italia.
Caterina Mantia