“Il Pronto soccorso dell’ospedale di Mazara del Vallo, mi risulta, da quando è stato riaperto nella nuova struttura, dopo alcuni anni precariamente allocato nell’Area di emergenza urgenza per i lavori di ammodernamento e ampliamento dell’Abele Ajello, sia un modello organizzativo ottimale. Mi stranizza quindi quanto segnalato in una, a dir poco inconsueta, lettera-petizione sottoscritta da diversi firmatari, nella quale in maniera generica si lanciano accuse di ‘arroganza, superficialità e incompetenza’, e si mescolano insieme disagi organizzativi e malumori ‘per familiari lasciati fuori ad aspettare anche per ore senza nessuna risposta per l’esito dell’intervento’, insieme al ‘decesso di alcune persone per interventi non certamente impossibili nelle giornate del 27 e 28 gennaio’ scorso. Ho chiesto quindi al primario del pronto soccorso Giuseppe Parrino notizie su questi decessi, così come a quello di Cardiologia Michele Gabriele, chiamato in causa ‘per uno dei tragici casi’, dei chiarimenti”.
Lo ha dichiarato il commissario dell’ASP Giovanni Bavetta che ha chiesto, in ogni caso, ai direttori delle due unità operative una relazione interna su cosa accaduto in quelle due giornate, visto che nella lettera non si evince in alcun modo.
“Abbiamo avuto tre decessi in quel periodo – spiega Parrino – uno giunto già deceduto con il 118, un paziente che abbiamo trattato insieme ai colleghi della cardiologia, e un paziente 93enne che è deceduto improvvisamente. Ecco, in questo caso purtroppo, per un increscioso equivoco, abbiamo ritardato di un’ora la comunicazione del decesso ai familiari, e di questo mi scuso, ma in nulla è mancata l’assistenza medica”.
Molto duro Michele Gabriele: “siamo stati chiamati per un’emergenza terrificante per un paziente in condizioni drammatiche che ha avuto ripetuti arresti cardiaci, emergenza che abbiamo affrontato con professionalità, sfiorando quasi l’accanimento terapeutico, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Constato però che ancora una volta la nostra città viene martoriata, mortificata, denigrata dagli stessi cittadini e se non bastasse diffamando tutti e tutto. Chiedo al Commissario di intervenire con fermezza a salvaguardia dell’immagine dell’unità operativa che dirigo e di tutta l’azienda, anche querelando tutti quelli che hanno sottoscritto il documento. Se poi , in sedi opportune, quando il ‘tragico caso’ sarà arricchito da elementi più specifici, sarà mia cura fare una relazione dettagliata attraverso una scrupolosa indagine interna. Non ho parole – conclude Gabriele – ma continueremo a lavorare con passione e professionalità”.
Ecco il testo della lettera-petizione firmata da diversi cittadini:
“I sottoscritti firmatari della presente missiva, desiderano richiamare la Sua attenzione in merito alla incresciosa situazione che si registra presso il reparto di Pronto Soccorso dell’Ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo riaperto dopo la lunga fase relativa ai lavori di ristrutturazione ed ammodernamento. Avvertiamo la necessità di porre importanti e inquietanti interrogativi che meritano la giusta attenzione anche e soprattutto da parte di chi, istituzionalmente, ha l’onere, oltre che l’onore, di rappresentare lo Stato e le Istituzioni nel nostro Territorio. Da quando operativo il nuovo Pronto Soccorso di Mazara del Vallo, che dovrebbe rappresentare l’avamposto del primo intervento, dell’accoglienza di tutti gli utenti cittadini alle prese con urgenze di carattere sanitario, ha fatto registrare moltissimi malumori ed in diversi casi anche notevoli disagi, talvolta sfociati in fatti drammatici, a causa sia della sua mancata funzionalità ma ancora più per l’incompetenza e disumanità riscontrata negli operatori di turno. Eccellenza, numerosi sono i casi che in questi mesi hanno determinato una profonda sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di una struttura che dovrebbe in primis dare speranza e adeguata assistenza a quanti vi si rivolgono. Ma non ci riferiamo ovviamente solo ai casi disperati ma anche, soprattutto, a quei casi, testimoniabili dai firmatari di questa lettera, che rivolgendosi al primo intervento dello stesso Pronto Soccorso hanno dovuto registrare arroganza, superficialità ed incompetenza da parte dei medici e del personale operante nello stesso reparto. Non sono mancati, ahinoi!, anche i casi di codice verde che in poche ore, all’interno dello stesso Reparto, si sono trasformati in codice rosso mettendo in serio rischio la vita dei pazienti e creando disperazione fra i familiari che, accompagnando gli stessi presso la struttura, si sono visti, dopo l’entrata dei loro cari nel reparto, sbattere la porta in faccia; lasciati fuori ad aspettare, anche per ore senza nessuna risposta, l’esito dell’intervento sui propri cari “parcheggiati”, spesso in stato di semi-nudità, in attesa di esser curati o controllati, in una stanza (sovente fredda), insieme ad altri pazienti senza nessun rispetto per la propria dignità e privacy. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che ci ha spinti a scrivere questa lettera, Signor Prefetto, si è materializzata nella giornata del 27 gennaio scorso con il decesso di ben due persone, che accompagnate dai loro familiari si erano rivolte alle cure del Pronto Soccorso per interventi non certamente impossibili. Purtroppo in quella drammatica circostanza, sono sopraggiunte delle complicazioni a causa, a nostro modesto avviso, dell’incompetenza e presunzione di chi in quelle ore si trovava di turno; per non parlare delle responsabilità attribuibili anche, in uno dei due tragici casi, al Reparto di Cardiologia dello stesso nosocomio. Non possiamo accettare passivamente che delle vite, di qualsiasi età, si possano perdere in questo modo. Non riusciamo a capacitarci, e forse mai lo faremo, di come una vita possa venire a mancare all’affetto della sua famiglia e dei suoi cari in questo modo assurdo. Della sacralità della vita si parla, e del rispetto della dignità di chi soffre, Signor Prefetto!
Pertanto, Le chiediamo di fare luce e di attivare tutte i canali istituzionali al fine di avviare le relative procedure volte stanare le vergogne e i segreti inconfessabili che si celano dietro alla scellerata gestione operativa del Pronto Soccorso di Mazara del Vallo, accertando anche, ove e se necessario, le responsabilità della stessa Direzione Strategica dell’Azienda Sanitaria Locale e dei rappresentanti politici che hanno creato le condizioni affinché il dolore, l’angoscia e la paura si insinuassero in quanti hanno fatto, e faranno, ricorso alle cure dello stesso Reparto mazarese. Non vogliamo che prevalga ancora una volta la logica del corporativismo e del potere di casta che ha avuto il sopravvento in questi anni dinnanzi a migliaia di casi di malasanità. Alla luce di quanto esposto, riteniamo sia assolutamente necessario illuminare gli angoli bui di tali vicende per far emergere le attese verità e dare finalmente giustizia a quanti sono stati perfino costretti a non rimanere accanto ai propri cari nelle ultime ore della loro vita. Non abbiamo nessun intento di vendetta, quanto il desiderio di contribuire a che una situazione del genere non si verifichi mai più per nessuno. Confidando che il vento delle buone Istituzioni possa spazzare via le vergogne da una parte, e le nostre amarezze dall’altra,
Le porgiamo i nostri Distinti Saluti.”
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