Tiziana Pugliesi: “Mi dedicherò a giustizia, imprese e infrastrutture”

Vincenzo Figlioli

Tiziana Pugliesi: “Mi dedicherò a giustizia, imprese e infrastrutture”

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mercoledì 14 Febbraio 2018 - 06:19

Proviene dalla società civile la candidatura di Tiziana Pugliesi, scelta dal centrodestra per il collegio uninominale Trapani Marsala (Camera dei Deputati), in quota sovranista. La giovane professionista alcamese è alla sua prima esperienza politica.

Come nasce la sua candidatura?

Ho accettato di candidarmi al fine di mettere la mia professionalità e la mia competenza al servizio del mio territorio ed è per questo che il 4 marzo chiedo agli elettori di fare una scelta di appartenenza, non tanto e non solo politica, ma soprattutto di rappresentatività delle esigenze della nostra comunità. La proposta della mia candidatura proviene dal mio amico Livio Marrocco, Dirigente Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità di Gianni Alemanno ed è stata condivisa dall’intera coalizione di centro destra.

Che tipo di contributo vorrebbe dare da parlamentare alla sua comunità?

C’è veramente tanto da fare, tante battaglie da portare avanti per difendere questa terra. Sicuramente partirò dalla mia professione, da quello che ho imparato e conosciuto esercitando la professione di avvocato. C’è una giustizia che non funziona, da un lato perché mortifica gli innocenti che devono passare anni tra le aule dei tribunali per dimostrare di essere persone per bene, e dall’altro perché non aiuta concretamente le persone offese lasciandole sole e senza adeguata tutela. C’è un tessuto agricolo siciliano stritolato dai prodotti esteri. Dobbiamo tutelare il made in Sicily in ogni modo, con particolare riguardo alle nostre tipicità delle produzioni agricole e dell’agroalimentare. C’è un mondo imprenditoriale che lavora per lo Stato praticamente, costretto com’è a doversi barcamenare fra le innumerevoli tasse che lo stritolano. Serve un solo adempimento annuo e magari con un livello più basso di tassazione. Servono infrastrutture “normali” e non da terzo mondo. Ho dimenticato com’è fatta la galleria di Segesta, voi la ricordate? E’ normale che i lavori durino all’infinito? Le nostre sono ferrovie da paese all’avanguardia? Il nostro porto in un determinato momento storico stava ripartendo poi il governo del PD ha regalato a Palermo la governance pure di Trapani, pensiamo davvero che faranno i nostri interessi? Senza parlare delle nostre famiglie, alle quali invece va dato un aiuto concreto anche in termini sostanziali, fiscali. Bisogna ridare dignità agli anziani e sostenere con forza coloro che sono affetti da disabilità; queste sono solo alcune delle cose di cui la nostra terra ha bisogno c’è davvero tanto da fare.

Una delle vertenze che maggiormente turba i sonni della provincia di Trapani è quella che riguarda l’aeroporto di Birgi. Come dovrebbe operare la politica per salvaguardare lo scalo?

Dall’aeroporto dipende il proseguo o meno di tante attività imprenditoriali nate grazie all’enorme flusso turistico arrivato in provincia con Ryanair. Le ultime notizie giudiziarie sull’aeroporto comporteranno la perdita della ricettività pasquale e quasi sicuramente quella estiva e la politica a qualsiasi livello non può consentire che ciò avvenga. La nostra gente ha investito, ha fatto sforzi economici enormi e va tutelata a gran forza. Ci sono state, a riguardo, responsabilità enormi nella gestione dell’Airgest, soprattutto sotto il governo Crocetta, non a caso targato PD, ma non è il momento delle polemiche, è il momento di agire e farlo tempestivamente prima che tutto vada perso a discapito dello sviluppo del nostro territorio. Risolta l’emergenza, a quel punto si deve intervenire in modo strutturale, con un programma a lungo termine che preveda anche, eventualmente, la messa in vendita di parte delle quote in capo alla Regione, mantenendo una quota minoritaria ma di controllo di una infrastruttura così importante. Non è un’attività che può essere gestita dalla politica, perché i tempi della politica non coincidono con quelli veloci del mondo delle tratte aeree, va cercato un equilibrio fra il controllo pubblico e le esigenze imprenditoriali che non possono perdersi nelle maglie della burocrazia. Vanno coinvolti i privati a vario titolo, sarebbe una occasione importante anche per coloro che hanno strutture ricettive. Potrebbero ad esempio, come accade in Trentino, consorziarsi ed entrare direttamente nella gestione dell’aeroporto. A livello nazionale invece potrebbe essere utile una legge che tuteli i piccoli aeroporti di provincia come il nostro, e questo, unitamente alla risoluzione immediata dell’emergenza attuale, è un impegno che assumo con la mia gente. Auspicando, comunque, che il territorio capisca che su questo tema bisogna fare squadra con tutti gli attori che lo compongono.

Nella sua coalizione lei è considerata espressione dell’area sovranista, che a livello nazionale ha uno dei suoi principali riferimenti in Matteo Salvini. Per tanti anni il leader leghista ha avuto parole fortemente critiche verso il Sud, adesso sembra aver corretto il tiro. Avrebbe immaginato fino a qualche tempo fa di candidarsi con la sua area politica?

Premesso che la candidatura all’uninominale è, per sua natura, espressione dell’intera coalizione del centro destra, come già detto il mio nome è stato proposto dall’area sovranista che fa capo a Gianni Alemanno e ovviamente condivisa, poi, da tutti gli altri partiti della coalizione. Permettetemi però di dire che la Lega di oggi, ha completamente cambiato rotta rispetto a quella delle origini, mi riferisco a quella di Bossi, quella secessionista, quella aspramente ed ingiustamente, aggiungo io, critica nei confronti del nostro meridione. Di quella lega non avrei mai condiviso nulla né avrei potuto in nessuna maniera, neppure di coalizione, farne parte. La lega di oggi ha compreso che l’Italia sta soccombendo sotto i colpi delle lobby europee, che costantemente ci levano porzioni importanti di sovranità ed è portavoce degli ideali della destra sociale, sono gli unici a parlare di difesa dei diritti dei lavoratori e dei pensionati, di difesa del made in Italy, di difesa delle nostre tradizioni.

Qual è la sua posizione sull’immigrazione?

Quella di qualsiasi altro italiano di buon senso! Ci sono in Italia 5 milioni di immigrati regolari che pagano le tasse e sono parte della nostra comunità. A questa sono più che favorevole! Poi c’è il business dell’immigrazione irregolare e clandestina messo in piedi dalla sinistra per speculare e allo stesso tempo obbedire alle logiche europeiste che hanno imposto ingressi irregolari di mano d’opera a basso costo. Vede, noi abbiamo un grandissimo rispetto per la dignità e la vita umana di qualunque essere vivente, a prescindere dal colore della pelle, ma questo sistema così com’è oggi, non funziona. Premesso che le vite di tutti vanno salvate, di qualsiasi colore e provenienza, certo non si può accettare che dietro una falsa solidarietà ci sia invece una speculazione economica, perché questo è il vero razzismo. Chi ha bisogno va aiutato, ma se non siamo in condizione di farlo dignitosamente come pensiamo di accogliere tutti i milioni di italiani in difficoltà economica e senza lavoro? Ovviamente, da tale discorso esula il richiedente asilo, colui cioè che fugge dalle guerre, cui va garantito ogni aiuto previsto. Io vorrei vivere in una nazione che può permettersi di aiutare i propri cittadini e gli stranieri con pari dignità ed auspico che l’Italia possa risollevarsi dalla crisi economica in cui versa, per poterlo fare, ma oggi non abbiamo la possibilità e non possiamo ipocritamente far finta di nulla per bieca demagogia.

Il centrodestra, per la prima volta dal ’94, non ha candidato Antonio D’Alì. Che ne pensa?

Sono la persona meno adatta a rispondere, sono vicende interne a Forza Italia. Io preferisco, provenendo dalla società civile occuparmi delle soluzioni ai problemi della gente.

Alcamo è stata spesso centro decisionale della politica trapanese. Negli ultimi anni si è passati da un predominio del Pd dell’ex senatore Papania all’affermazione del M5S con le elezioni di Palmeri, Corrao e Surdi. Come valuta questo passaggio?

Penso siano passaggi normali in alcuni momenti storici. Sicuramente Alcamo è sempre stata una città molto attiva anche politicamente e questo è un bene, basti vedere le percentuali di affluenza al voto.

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