Si torna a parlare di taxi in aeroporto. Una vicenda che ha portato con sé diverse polemiche, alcune anche campanilistiche, e che risale ai tempi dell’allora sindaco Giulia Adamo, che ricorse al Tar contro il Comune di Trapani che rispose negativamente alla richiesta di una collaborazione con l’Ente lilybetano sull’utilizzo degli stalli per taxi davanti lo scalo “Vincenzo Florio” di Birgi. La sentenza del Tribunale regionale diede ragione al comune di Marsala e i tassisti tornarono ad esercitare il proprio lavoro da e per lo scalo aeroportuale. Quanto accaduto avvenne nel 2014; due anni dopo, dopo l’intervento di diversi politici locali ed associazioni di categoria, un decreto firmato il 15 settembre 2016 dall’ex Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, stabilì la suddivisione degli stalli per taxi tra Marsala e Trapani, al 50% dei posti disponibili.
Oggi a tornare sulla vicenda è la CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato, guidata dal segretario provinciale Luigi Giacalone. La CNA è intervenuta per segnalare una situazione che, a suo dire, “… rischia di creare forti tensioni fra gli operatori di Trapani e quelli di Marsala”. Infatti, come afferma il decreto emesso dal Governatore della Regione Sicilia che ha suddiviso gli stalli all’interno dell’area aeroportuale, il comune di Marsala al momento ha autorizzato 10 imprese per il servizio Taxi, mentre il Comune trapanese, 25. Secondo la normativa, sia per i servizi resi dai taxi di Marsala verso l’area urbana del territorio marsalese, sia per quelli resi dai taxi di Trapani nella loro area, la tariffa è unica. Quindi se ad esempio un tassista autorizzato dal Comune marsalese deve accompagnare dei visitatori a Marsala lo farà a tariffa unica fissata dall’Ente stesso; stessa cosa per un tassista incaricato dal comune di Trapani. Per quanto riguarda invece tutte le altre destinazioni (come potrebbero essere gli altri comuni della Provincia trapanese e non solo) i taxi dovranno prestare il loro servizio con tariffa a tassametro. “La ripartizione dell’utenza sarà indifferenziata” recita il decreto della Regione. Ma da qui nasce il problema. Un problema principalmente di organizzazione tra gli operatori del settore dei due comuni.
“Mentre il comune di Marsala prevede per il servizio una tariffa unica di 20 euro, quello di Trapani prevede una tariffa di 30 euro – afferma Giacalone -. Buon senso vorrebbe che i due comuni concordassero una tariffa unica, ma siccome al momento ciò non è stato possibile, riteniamo che tale situazione non possa essere risolta con l’invito rivolto dalle Istituzioni del comune di Trapani ai tassisti lilybetani di non svolgere il servizio, anche perché questi, negli ultimi anni, hanno fatto importanti investimenti per attrezzare al meglio la propria attività. Pertanto chiediamo alle autorità competenti di risolvere tale situazione e in attesa di ciò non negare ai tassisti di Marsala la possibilità di svolgere il loro lavoro presso l’aeroporto”. Così recita la nota che la CNA ha inviato al Prefetto, al Commissario Straordinario Francesco Messineo, al Segretario Generale e al dirigente delle Attività Produttive del Comune di Trapani, al sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, al Presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano e al dirigente lilybetano del settore.