Venticinque persone indagate e la sensazione che la Direzione Distrettuale Antimafia abbia cambiato rotta e modalità d’azione nella caccia a Matteo Messina Denaro. Circa 200 agenti della Polizia, appartenenti alle squadre mobili di Trapani e Palermo, oltre che al Servizio Centrale Operativo del Ministero degli Interni, hanno condotto ieri a Castelvetrano un’intensa attività di controllo, culminata nella perquisizione di 25 soggetti, ritenuti a vario titolo vicini a Messina Denaro. Si tratta di nomi già noti alle forze dell’ordine, tra cui spicca quello del 41enne ex consigliere comunale Calogero Giambalvo, balzato due anni fa agli onori delle cronache per le intercettazioni in cui si vantava di essere amico del latitante castelvetranese e poi protagonista di un servizio delle “Iene” che destò molto scalpore, contribuendo a determinare l’autoscioglimento del Consiglio comunale.
Questi i nomi degli altri 24 indagati: i gemelli Biagio e Giovanni Cappadonna (51 anni), Vito Cappadonna (55), Vito Circello (62), Santo Clemente (44), Andrea Craparotta (54), Calogero Curseri (50), Cosimo Cuttone Di Carlo (50), Matteo Filardo (49), Giovanni Furnari (72), Tommaso Geraci (63), Michele Giacalone (69), Leonardo Ippolito (62), Antonino Italiano (50), Giovanni Madonia (52), Leonardo Masaracchio (61), Nicola Messina Denaro (55), Michele Pacella (55), Gaetano Pavia (27), Giovanni Rollo (72), Giovanni e Vincenzo Santangelo (77 e 67 anni), Gaspare Varvaro (49) e Nicolò Venezia (49).
Le perquisizioni hanno riguardato le abitazioni dei suddetti soggetti ma anche attività commerciali che pare offrissero quotidianamente la spesa ai familiari di Matteo Messina Denaro, secondo una personalissima (e opinabile) idea di “rispetto” verso il boss. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate armi, munizioni, pc, agende, registrazioni di cassa e tutto il materiale che si ritiene possa in qualche modo contribuire a fornire indicazioni utili per la cattura di Messina Denaro.