Scriviamo oggi di un argomento che non è strettamente, non so se ci capite, all’ordine del giorno, ma che sta lì a ricordarci quanto poca sensibilità abbia la classe politica siciliana (tra di essa quella marsalese non scherza…): la Casa di Riposo Giovanni XXIII di Marsala. L’istituto ha “accompagnato” a migliore vita decine di generazioni di anziani. Specialmente per i meno abbienti ha rappresentato e forse rappresenta ancora, un punto di riferimento per trascorrere gli ultimi anni lontano dai parenti ma forse anche lontano dalla solitudine. E’ stata (ed è?) un carrozzone politico. Basti pensare che il Consiglio di Amministrazione veniva nominato, su indicazione del sindaco di Marsala, dal presidente della Regione. Al quale spetta, ormai da anni, adesso la nomina del commissario straordinario che sceglie tra i funzionari regionali di sua fiducia ( siamo stati affrettati, che avremmo voluto un presidente che nomini gente di cui non si fida?). Ora voi capite bene quante “mani”ci hanno messo il “becco” nel corso dei decenni. Tuttavia malgrado la lottizzazione selvaggia e a volte l’amministrazione scriteriata, mai la struttura si era trovata in ambasce come in questi ultimi anni. Il nostro giornale ha seguito tutte le vicende, e siamo frastornati nel constatare lo stato di abbandono in cui versa, nell’assistere al palleggiamento di responsabilità, nell’apprendere che i lavoratori non percepiscono lo stipendio da diversi mesi. E siamo sicuri che anche i figli di questi cittadini mangiano, e talvolta si vestono, che alcuni pagano anche il mutuo della casa. Al Comune queste cose le sanno? E alla Regione le Ipab sono conosciute come sigle soltanto, o lo sanno anche a Palermo che dietro ci sono famiglie con sentimenti e bisogni? Li hanno mai visti gli occhi stanchi e tristi degli ospiti anziani di quello che per tanti anni è stato denominato “Scappucini? Ci siamo andati di recente, perché nel locale attiguo erano alloggiati anche, per la serie la povera gente viene sempre ghettizzata, i migranti che giungevano dalle nostre parti. Ritorniamo alla Casa di Riposo e per dare un’idea dell’impressione che ne abbiamo ricavato vi rimandiamo alle parole di una canzone di qualche anno fa. “Era meglio morire da piccoli che vedere sto’ schifo da grandi …” Appunto era meglio!
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