Daniele Nuccio risponde in una nuova lettera alle questioni sollevate dall’ex dirigente della Regione Siciliana Pietro Fina sulla questione del Commerciale di Marsala.
Caro Piero,
nel ringraziarti per l’attenzione che mi hai riservato, relativamente all’annosa questione dell’Istituto Tecnico Commerciale, colgo l’occasione per fare alcune considerazioni che possono essere utili ad avviare una serena discussione in merito.
Le criticità che fai emergere sono più che fondate e questo rimanda allo zelo dell’attuale governo regionale che nella volontà di anticipare la soppressione delle Province ha prodotto nient’altro che grande confusione o, per dirla con il Presidente dell’ANCI Sicilia Leoluca Orlando, una sorta di “Calamità Istituzionale”.
Le difficoltà finanziarie che sono scaturite da tale confusione ci impone tuttavia alcuni ragionamenti, che non possiamo tralasciare nell’assolvere al nostro compito di rappresentanti degli interessi del territorio, soprattutto guardando a quelle competenze (proprie del soppresso Ente Provincia) e che hanno una fondamentale importanza nella vita delle nostre comunità. Si pensi alle manutenzioni delle strade provinciali, all’edilizia scolastica od alla governance della Riserva della Stagnone, il quale delicato equilibrio non può certamente aspettare le velleità della politica regionale ed il burocratese, per intenderci.
Ma tornando all’Istituto Commerciale, ho posto alcune considerazioni relativamente al fatto che proprio in funzione del vuoto che si è venuto a determinare ed alla specificità del caso, con il vergognoso protrarsi all’infinito di un così oneroso affitto, dal mio punto di vista veniva a concretizzarsi finalmente l’occasione per mettere la parola fine ad una vicenda della quale la classe politico-amministrativa non può certamente andare orgogliosa.
Sono ancora profondamente convinto che il tutto si riduca, ancora una volta, ad una questione di “volontà politica”.
Credo altresì che la logica dello scarica barile non serva più di tanto.
Così come considero un grave errore la presa di posizione dell’Amministrazione nel rilanciare sull’idea del trasferimento nell’area di Sappusi, non foss’altro che per una semplice considerazione logico-aritmetica: se l’adeguamento del Tribunale avrà dei costi, la riqualificazione di un’area (scuola Lombardo Radice) profondamente devastata dall’incuria e dal degrado, senza considerare la bonifica dall’amianto che ne caratterizzò la dismissione, avrà dei costi certamente maggiori.
E non credo sia una buona motivazione il ribadire a gran voce che in fin dei conti “non è un problema nostro”.
Perchè l’I.T.C “G.Garibaldi” rimane ad oggi una delle più importanti e popolose scuole del territorio.
In questo senso il periodo della nota diramata dall’amministrazione del Libero Consorzio pochi giorni fa e che di seguito riporto, a mio avviso può essere utile a fare chiarezza su quanto sopra detto: “[…] Infatti questo Ente, in ragione delle proprie limitatissime finanze, ha avanzato proposte concrete che possono essere economicamente compatibili con lo stato attuale, e riguardavano anche la disponibilità ad ottenere in concessione il vecchio Tribunale (di via Massimo d’Azeglio-Piazza Borsellino) quando lo stesso sarà liberato dagli uffici giudiziari, per allocarvi la sede (tuttora in onerosissimo affitto) dell’Istituto Tecnico Commerciale “G. Garibaldi” che attualmente è ancora in via Trapani, dichiarando – e qui ribadendo – prontezza ad una adeguata programmazione (a totale carico di questa ex Provincia) degli interventi volti alla rifunzionalizzazione di tale struttura ad uso scolastico (quale, oltretutto, era originariamente prima che vi si insediasse il Tribunale).
Ben altro sarebbe l’ammontare (invero insostenibile) dei costi preventivabili per una nuova realizzazione nell’area di Sappusi che – stanti i livelli standardizzati dell’edilizia scolastica – ascenderebbero a circa € 7.300.000,00 (e il LCC non può nemmeno accedere a mutui)…
Bene, posta la disponibilità del Libero Consorzio di farsi carico delle spese di adeguamento verrebbero meno le eventuali difficoltà del Comune a pianificare investimenti in questo senso.
Così come l’oggettiva necessità di trovare una adeguata sistemazione agli uffici comunali, una volta riunificato l’Istituto Commerciale nei locali di piazza Borsellino, potrebbe trovare soluzione nell’immobile di via Fici, oggi utilizzato per ospitare buona parte delle classi del biennio dell’I.T.C.
In conclusione, scrivendo con una certa amarezza, avrei preferito (ma rimane questo il modesto parere di un modesto Consigliere Comunale) che la decisione del Sindaco fosse il frutto di una condivisione con le parti in causa: dirigenza, corpo docente e studenti, l’anello più importante di questa catena.
Perché sarà a loro che dovremo dire con un certo realismo che ancora una volta avremo inevitabilmente, sulla scorta delle responsabilità e delle competenze fra enti questa volta, rinviato nel tempo la soluzione al problema.
Di certo non un gran messaggio di fiducia nelle Istituzioni.
Ti ringrazio ancora per avermi dato la possibilità di chiarire ulteriormente determinati aspetti.
Con la stima di sempre.
Daniele Nuccio