Droga dall’Argentina a Trapani e Palermo. Operati dodici arresti, ecco tutti i nomi

Gaspare De Blasi

Droga dall’Argentina a Trapani e Palermo. Operati dodici arresti, ecco tutti i nomi

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giovedì 12 Ottobre 2017 - 10:05

ore 10.30 E’ arrivato il comunicato ufficiale da parte del Comando Provinciale di Trapani sull’operazione “Presidium”. Dalle prime ore della mattina a Palermo, Roma, Bagheria e Tolmezzo (UD), i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 persone, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese su richiesta della Procura della Repubblica di quel Tribunale, nei confronti di trafficanti, fra i quali alcuni appartenenti al mandamento mafioso di Bagheria, che avevano realizzato un traffico internazionale di sostanza stupefacente del tipo cocaina con l’Argentina.

Inoltre, è stato individuato un gruppo di spacciatori prevalentemente operante nei locali notturni delle province di Palermo e Trapani. E’ stato documentato ancora una volta che il settore degli stupefacenti riveste per cosa nostra un’importanza fondamentale, imprescindibile nelle dinamiche criminali e, al contempo, fonte di accese e continue tensioni tra gli stessi sodali.

Nicolò Testa, al vertice della famiglia mafiosa di Bagheria, e il suo stretto collaboratore Carmelo D’Amico, entravano in rapporti di “affari” con Salvatore Drago Ferrante, procacciatore all’ingrosso di cocaina che, nel volgere di qualche mese, aveva creato una “squadra”, un gruppo di persone tra cui anche Di Salvo e Militello, dedite all’importazione in Italia di stupefacente proveniente dall’Argentina e alla cessione in favore di spacciatori all’ingrosso sul mercato palermitano. Salvatore Drago Ferrante ha consentito di accedere ad ingenti forniture e a prezzi più bassi rispetto a quelli praticati dai fornitori locali, vantando egli dei contatti con i narcotrafficanti argentini.

Le attività di indagine, condotte anche in territorio estero, hanno consentito il sequestro di 5 chilogrammi di cocaina. Grazie alle intercettazioni è stato poi individuato un gruppo di giovani palermitani, posto alle dipendenze di Pasquale Testa (figlio di Nicola) e Salvatore Rotolo, i quali si erano accordati al fine di reperire stupefacente da piazzare poi sul mercato attraverso una serie di pusher che agivano all’interno di locali notturni.

Le indagini hanno permesso di ricostruire: l’acquisto in Argentina ai fini dell’importazione in Italia di 4,6 kg di cocaina, sequestrati presso l’Aeroporto di Buenos Aires; la cessione di 1 kg di cocaina sulla piazza di spaccio palermitana; un gruppo dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo (cocaina,  MDMA o MD, Ecstasy, marijuana e hashish) operante in Provincia di Palermo.

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La droga, trasportata da Buenos Aires in Italia nelle valigie di insospettabili corrieri, veniva venduta sul mercato delle provincie di Palermo e Trapani dopo un’accurata indagine, i carabinieri del nucleo Investigativo hanno svelato i retroscena di diverse trasferte, organizzate da trafficanti vicini al mandamento mafioso di Bagheria. Le indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese hanno portato ad un’ordinanza di custodia cautelare, notificata in carcere ad alcuni pregiudicati coinvolti nel blitz antimafia “Reset”.

La droga che arrivava a Palermo veniva poi spacciata in alcuni dei più noti locali della movida, oltre che in diversi centri della provincia e di quella d Trapani. L’operazione di questa mattina ha portato ad arresti anche a Roma e Udine. Le indagini si sono concentrate sul capo della famiglia mafiosa di Bagheria, Nicolò Testa, già arrestato nel 2015.
L’operazione, denominata in codice Presidium, ha portato all’arresto di 12 trafficanti, alcuni dei quali appartenenti al mandamento mafioso di Bagheria, e al sequestro di cinque chilogrammi di cocaina. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal Gip di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura che ha coordinato le indagini.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Nicolò Testa, al vertice della famiglia mafiosa di Bagheria, assieme a Carmelo D’Amico, avrebbero stretto un accordo con Salvatore Drago Ferrante, procacciatore all’ingrosso di cocaina, per importare grossi quantitativa di stupefacenti dall’Argentina.

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