È iniziata ufficialmente la campagna elettorale per le regionali. Alcamo Bene Comune, attraverso un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi, ha dichiarato che non parteciperà alla competizione del 5 novembre prossimo.
Quindi, restate fuori dai giochi come cinque anni fa? Lei chi sosterrà?
Come si legge abbastanza chiaramente nella nota da noi diffusa, Abc aveva iniziato un percorso di approfondimento dei vari progetti politici che via via si sono affacciati sullo scenario regionale. E’ chiaro che, nel portare avanti questo difficile mandato esplorativo conferito dalla base del Movimento, il Consiglio direttivo non ha mai (e dico mai!) perso di vista quel modo di “fare politica” lontano dalle strette maglie degli accordi, dei do ut des e delle più classiche logiche di partito. Abbiamo ritenuto che, tra tutte le opzioni, quella che in qualche modo potesse permetterci di portare avanti una battaglia sana, valida nei contenuti, che non ci mettesse in forte imbarazzo o per le compagnie poco gradite, espressione diretta di un sistema che noi per primi ad Alcamo abbiamo combattuto, o per “l’insostenibile leggerezza della proposta politica”, tale per cui mai ci saremmo visti sostenitori del 5 stelle, era, appunto, quella del candidato presidente Fava. Ci siamo sempre detti, però, in questo tempo, che se qualcosa nel progetto e nelle garanzie che questo offriva, fossero cambiate ci saremmo fermati anche un metro prima. E’ quello che è successo. Resteremo fuori dai giochi? Si, questa potrebbe essere la risposta più superficiale. In realtà questa scelta, ponderata, è volta sempre al perseguimento di un obiettivo assai più alto e nobile della mera conta numerica di voti. In merito a chi sosterrò, beh, non credo sia rilevante a questo punto la mia personale scelta. Vedremo, ho un mese per maturarla!
In particolare, avete deciso di non appoggiare il candidato all’ARS proposto dalla lista “I cento passi” di Claudio Fava, ovverosia l’ex parlamentare alcamese Massimo Fundarò, con il quale, di recente, è sorta una polemica. Sul suo nome, dunque, vi è stato posto un veto?
Il mancato sostegno a Fava non è certo frutto di dinamiche di potere che non ci appartengono (o ci date il candidato o vi scordate l’appoggio), quanto piuttosto la necessità di muoversi all’interno di un progetto o di una visione politica coerente con i principi che Abc da sempre persegue e che Massimo Fundarò, per la sua storia politica, non rappresenta.
Nelle ultime settimane, invece, si sono disseminati i rumors di una spaccatura interna ad ABC sulla candidatura da proporre per la corsa alle regionali. Nello specifico, si sarebbero fatti i nomi dell’ex presidente del movimento Paola Messina, da presentare in una lista a sostegno di Fava, e quello dell’ex candidato a sindaco Sebastiano Dara, quest’ultimo, invece, da inserire in una lista avversaria, quella a sostegno del candidato alla presidenza Musumeci. Sono fondate queste indiscrezioni?
E’ bene sul punto essere chiari: il consiglio direttivo, a fronte di proposte provenienti da ogni parte politica, per le ragioni che meglio spiegavo prima e che attengono soprattutto alla credibilità del progetto e alla sua conciliabilità con il modo di fare politica che sempre Abc ha portato avanti, ha scelto di approfondire il progetto “I cento passi”. E’ vero che sono arrivate altre proposte da alcuni tesserati, presentate legittimamente a tutta l’assemblea. In ogni caso la scelta ultima di appoggiare il progetto Fava è spettata all’assemblea dei tesserati. La scelta di un candidato sarebbe stato lo step successivo, una decisione che comunque sarebbe spettata ai tesserati secondo il più democratico dei sistemi. Non si è arrivati nemmeno a discutere in assemblea di nomi e quello di Paola Messina é stato strumentalmente tirato in ballo da altri. Capisco che in un mondo dove in politica i nomi sono spesso calati dall’alto o frutto di non proprio legittime votazioni interattive questo concetto è difficile da assimilare, ma così è stato. Poi che ci siano questi rumors sta nell’ordine delle cose. Parlare di spaccature interne, di correnti dentro partiti è cosa assai frequente, ancor di più lo è riguardo a Movimenti trasversali per definizione. Ma sono rumors. Dovremmo allora credere anche che una parte cospicua di 5 stelle alcamese non sosterrà Valentina Palmeri?
Grazie ad una vostra richiesta è stata organizzata l’assemblea pubblica tenutasi al Centro Congressi Marconi, giovedì scorso, sulla questione dell’acqua. Nonostante ciò, vi sono state rivolte alcune critiche. In primis, la maggior parte dei 16 punti da voi proposti sembrerebbero già inclusi nel DUP e nel Piano triennale 2017-2019 approvati quest’anno. Inoltre, la stampa locale ha sottolineato il vostro abbandono dell’incontro, da voi sollecitato, prima della sua conclusione. Qual è il suo pensiero in merito?
Dei 16 punti della nostra articolata mozione, uno solo é inserito nel DUP, ossia il rifacimento della condotta di Cannizzaro, che peraltro, per come è elaborato in quel documento, ci risulta non poter essere realizzato in quanto l’ufficio non ne ha le competenze, quindi andrebbe dato un incarico all’esterno. Per quanto riguarda i restanti 15 punti, credo non ce ne sia traccia alcuna da nessuna parte. Lei ha mai sentito parlare di un secondo bottino a Tre noci? di un PEF per l’acqua? di una programmazione decennale? In merito alla critica di aver abbandonato il consiglio prima della chiusura, mi riallaccio alle parole del nostro capogruppo Ruisi: il rammarico di trovarsi in mezzo ad una vera e propria battaglia all’ultima accusa, in pieno stile campagna elettorale, tra chi amministra ora e chi amministrava prima ha privato di ogni senso quel confronto, in primis voluto per ascoltare i cittadini e per dare, nei limiti del possibile, qualche chiarimento o soluzione. Avvilente!
Siete la forza politica presente in Consiglio comunale che ha inciso di più in termini di mozioni di indirizzo politico e di critiche alla giunta. Qual è la sua opinione sull’operato dell’amministrazione Surdi?
Credo di poter ricondurre, senza pretese, la mia opinione sull’amministrazione Surdi all’opinione di qualsiasi cittadino. Un’amministrazione che non ha capacità di fare un corretto e necessario bilanciamento tra i bisogni dei cittadini e quelli della macchina amministrativa, che non è in grado di valutare a monte l’opportunità di alcune scelte rispetto ad altre e che ha la pretesa, assurda, di raggiungere un obiettivo, quello del tanto acclamato cambiamento, ignorando la necessaria gradualità che questo processo richiede, sia fallimentare tanto quanto chi ha amministrato non guardando al bene della città. Poi se il nervosismo, assolutamente fisiologico nella difficoltà che si sta attraversando, viene pure scaricato su chiunque interviene nel dibattito o nel processo amministrativo o, addirittura sui cittadini, considerati colpevoli di non comprendere il senso profondo del processo di purificazione in atto… Beh, siamo già alla frutta. Che si uscisse da questo avvilente empasse e si cominciasse ad assumersi un po’ di sana responsabilità politica!
Mediante la sua elezione, ABC ha portato in Aula Consiglio una “quota rosa” per la prima volta. Qual è stato il suo contributo nel rappresentare le donne del suo movimento e qual è, inoltre, la valutazione sulla sua prima esperienza politica dentro le istituzioni?
Io sono ancora oggi assai fiera e lusingata della fiducia che è stata riposta sulla mia persona. So che può sembrare una cosa assai anomala, ma da donna non apprezzo affatto le quote rosa: mi piace l’idea che la gente riponga in me fiducia perché ho delle buone capacità rappresentative e non perché appartengo ad una “categoria debole” che ha bisogno di aiuto per riscattarsi. Il dibattito politico mi ha affascinato sempre, sin da quando ero davvero piccola, e che io stia facendo questa prima esperienza istituzionale in rappresentanza di un movimento che ho contributo a far nascere e far crescere é una cosa che mi inorgoglisce tantissimo.
Linda Ferrara