Castelvetrano: un turno di stop elettorale per Errante e tre ex consiglieri dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose

redazione

Castelvetrano: un turno di stop elettorale per Errante e tre ex consiglieri dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose

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giovedì 28 Settembre 2017 - 19:45

Non potranno partecipare alla prossima tornata elettorale quattro rappresentanti del mondo politico castelvetranese coinvolti a vario titolo nelle vicende che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale. Si tratta dell’ex sindaco Felice Errante e degli ex consiglieri comunali (Lillo Giambalvo, Francesco Martino ed Enrico Adamo). Il procedimento nasce proprio dalla richiesta di scioglimento seguita all’attività ispettiva condotta dalla commissione prefettizia i cui risultati hanno costituito il materiale probatorio acquisito per le necessarie valutazioni del giudice Caterina Greco. Nel frattempo, com’è noto, lo scorso maggio il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di scioglimento su proposta del Ministro degli Interni Marco Minniti. Gli approfondimenti effettuati hanno fatto emergere condotte non trasparenti nell’amministrazione del Comune addebitabili ai quattro soggetti per cui è stato decretato lo stop elettorale (Errante, Giambalvo, Martino e Adamo), ma non agli altri soggetti su cui si era chiesto un pronunciamento (gli ex assessori Giuseppe Rizzo, Girolamo Signorello, Maria Rosa Castellano, Angela Giacalone, Vito Fazzino, Daniela Noto e gli ex consiglieri Francesco Bonsignore, Gaspare Varvaro e Salvatore Vaccarino). Il giudice si è ritrovato di fatto a dover trovare un giusto bilanciamento tra il diritto costituzionalmente garantito all’elettorato attivo e il rispetto dei canoni di trasparenza e legalità dell’azione amministrativa. In particolare, nei confronti dei quattro citati soggetti sono emerse condotte irregolari a livello amministrativo in vari ambiti (urbanistico, finanziario, gestione dei beni confiscati). Per quanto riguarda la posizione del sindaco Felice Errante, il provvedimento è legato in parte a responsabilità dirette, in parte al riconoscimento di una sorta di “culpa in vigilando” rispetto a quanto accadeva all’interno dei palazzi municipali. Le difese possono comunque ricorrere in Corte d’Appello contro il provvedimento di sospensione, che non è necessariamente legato alle elezioni amministrative, ma può essere scontato a tutti i livelli (a partire dalle regionali del prossimo 5 novembre).

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